MARCIANISE. L’Asl di Caserta ha diramato una nota, inviata alla prefettura per l’inoltro ai 104 sindaci del Casertano, di allerta alimentare per intossicazione da mandragora, che finora ha coinvolto due persone della zona di Marcianise, nessuna delle quali però in gravi condizioni.
L’Asl spiega che sono “in corso accertamenti sui cittadini che si sono recati al pronto soccorso e da parte del personale del dipartimento di prevenzione e dei carabinieri del Nas al fine di risalire alla filiera di distribuzione dei lotti già commercializzati”; l’azienda sanitaria invita la popolazione ad evitare il consumo di ortaggi a foglia larga freschi, compresi gli spinaci acquistati nelle ultime 48 ore, sostituendoli eventualmente con spinaci congelati, e si dispone che “i citati ortaggi freschi non siano inseriti nelle tabelle dietetiche per il consumo alimentare nelle mense scolastiche”.
Perchè è letale: i sintomi
Dalla pupilla allargata alle allucinazioni fino al coma, sono alcuni dei sintomi che può avere chi assume per errore la mandragora, pianta spontanea simile a altre verdure commestibili. “E’ diffusa soprattutto nel Sud Italia e con relativa frequenza veniamo consultati per casi di intossicazione, soprattutto in primavera, ma non è l’unica erba spontanea da temere”.
A spiegarlo all’ANSA Marcello Ferruzzi, tossicologo del Centro antiveleni dell’Ospedale Niguarda di Milano, che chiarisce i rischi di questa pianta responsabile dell’intossicazione di 12 persone sul litorale flegreo e ora anche 2 nel Casertano.
“Protagonista anche della celebre commedia del Macchiavelli, la mandragora appartiene alla famiglia delle Solanacee e l’avvelenamento – precisa l’esperto – avviene per confusione con altre verdure commestibili come gli spinaci, l’insalata o la borragine. In genere si tratta di errori durante la raccolta da parte di persone non molto esperte. Abbiamo segnalazioni di casi sporadici e la sintomatologia tipica è allargamento delle pupille, bocca secca, costipazione, sonnolenza, vertigini, confusione, convulsioni, tachicardia, allucinazioni. Nei casi più gravi si arriva al coma. La gravità dei sintomi è dovuta alla quantità assunta e al fattore tempo, più tardi si interviene e peggio è. In generale, le persone portate in ospedale possono esser trattate, ma può richiedere anche diversi giorni in terapia intensiva”.
La mandragora non è però l’unica pianta spontanea da temere. “Un altro errore potenzialmente mortale è l’assunzione del colchico scambiato per aglio selvatico, o del veratro scambiato per la genziana. Nella raccolta di erbe di campo – conclude Ferruzzi – l’errore è dietro l’angolo e va fatto con estrema attenzione e solo da chi ha occhi esperti. Così come per i funghi”.
Come distinguerla dagli spinaci
La pianta della mandragora è largamente distribuita in tutto il Mediterraneo. Tutte le sue parti, sono potenzialmente pericolose per la presenza di sostanze dalle proprietà allucinogene. “Le proprieta’ farmacologiche della pianta – scrivono gli autori del capitolo dedicato alla pianta nel libro Neuropathology of Drug Addictions and Substance Misuse – erano note fin dall’antichita’. Tutte le sue parti sono velenose e contengono alcaloidi come scopolamina, atropine e ioscina. La pianta era usata a scopo lenitivo, analgesico, anestetico e afrodisiaco, ma anche per le proprieta’ allucinogene. Ci sono diversi report di avvelenamento accidentale per la sua grande somiglianza con altre piante comuni e commestibili, come alcuni tipi di lattuga, o per il consumo da parte dei bambini delle sue bacche”.
La mandragora è un’erba perenne della famiglia delle solanacee con fiori di un blu pallido, frutti gialli, foglie oblunghe ovali e radici spesse, carnose e spesso biforcute, che secondo le leggende assomigliano a volti umani e dove sono piu’ concentrate le sostanze pericolose. I sintomi vanno da nausea, vomito, problemi intestinali, secchezza delle fauci e difficolta’ a urinare per intossicazioni leggere fino appunto ad allucinazioni, delirio e tachicardia, anche se sono riportati anche casi di morte per sospetto avvelenamento. Sono molti i riferimenti a questa pianta anche nella letteratura ‘non scientifica’, con una serie di leggende legate al suo utilizzo ad esempio da parte delle streghe. La principale è probabilmente quella che afferma che una volta strappata dal terreno la mandragora emette un ‘urlo’ capace di rendere pazzo chi lo ascolta, ripresa anche in una scena di un film della serie Harry Potter.