In occasione del centesimo anniversario dalla morte del grande tenore Enrico Caruso, avvenuta presso il Grand Hotel Vesuvio il 2 agosto 1921, è stata inaugurata la “Casa Museo Enrico Caruso”, sita in Via Santi Giovanni e Paolo 7, a Napoli.
In questo edificio, il 25 febbraio del 1873, nacque Enrico Caruso, destinato a essere una vera e propria icona della Musica e dell’Italia in tutto il mondo.
Per lungo tempo, una targa di marmo ha ricordato l’evento, ma soltanto adesso è stato possibile aprire i locali ai visitatori e immergerci a fondo nella vita di uno dei più grandi artisti mai vissuti.
È il direttore del Museo, dottor Gaetano Bonelli, accompagnato dal proprietario, il lungimirante signor Lello Reale, ad aprirci ai segreti della casa di Enrico Caruso.
L’immobile, rimasto pressoché intanto dall’epoca in cui fu abitato dalla famiglia Caruso, ospita una collezione straordinaria di cimeli e autografi appartenuti al tenore: è possibile, infatti, ammirare prime edizioni originali dei suoi dischi, il suo bastone da passeggio, il fazzoletto monogrammato e una serie di pubblicazioni che ripercorrono la carriera dell’artista.
Pezzo forte della collezione, tuttavia, sono le lettere e le fotografie con dedica autografa e le meravigliose caricature originali eseguite dallo stesso Caruso. Non tutti sanno forse che Caruso, oltre a essere un impareggiabile cantante, fu un apprezzato caricaturista, che si dilettava a tratteggiare amici e conoscenti, nonché a ritrarre sé stesso.
Si tratta di una serie di reperti originali provenienti dall’importante Museo di Brooklyn dedicato all’artista, di cui è stato possibile beneficiare grazie alla mediazione di Guido D’Onofrio e Aldo Mancusi.
Il dottor Bonelli, direttore anche dello splendido Museo della città di Napoli sito nel quartiere di Materdei, ci spiega che il polo museale ha lo scopo non solo di tramandare la memoria del tenore, ma anche quello di valorizzare un territorio fino adesso escluso dai flussi turistici. Grazie alla Casa Museo, infatti, sono molto i visitatori, italiani e non, che iniziano a scoprire Napoli oltre l’ormai celeberrimo centro antico.
Onore per Napoli, quindi, ma anche per Caserta: Caruso, infatti, era di origini casertane. I suoi genitori, l’operaio metalmeccanico Marcellino e la donna delle pulizie Anna Baldini, provenivano entrambi da Piedimonte Matese, all’epoca noto come “Piedimonte d’Alife”.