RECALE. “Il sindaco di Recale Raffaele Porfidia continua a preferire il disprezzo delle regole al sereno confronto istituzionale”. L’accusa arriva da Angelo Racioppoli, che in un post di Facebook e su Instagram piega perché: “Ieri sera, durante il consiglio comunale, io e i consiglieri del gruppo “Insieme per cambiare”, Vincenzo Orballo, Angela Argenziano e Domenico Todisco, siamo stati costretti ad abbandonare l’aula per protesta. Stavamo discutendo gli ultimi due punti all’ordine del giorno: la variazione al Piano triennale delle opere pubbliche e l’approvazione del Bilancio consolidato.
Il punto sul Piano triennale è stato rinviato, con il nostro voto favorevole – precisa Racioppoli –, perché ho fatto notare che qualcuno si era dimenticato di inviare alla minoranza la cartella degli atti: la maggioranza vota a occhi chiusi, noi no! Noi abbiamo il diritto e il dovere di studiare le carte. Sul Bilancio consolidato, poiché la relazione del revisore dei conti era arrivata solo il giorno prima, pensavamo che optassero per un secondo rinvio; e, invece, ha prevalso la dittatura dei numeri, alla quale ci siamo opposti lasciando i lavori”. E conclude: “Come al solito, la convocazione dell’assemblea è partita di venerdì con il giochetto della seduta straordinaria, che riduce a tre giorni i tempi di notifica e a due quelli per la visione degli atti da parte della minoranza (quando ce li fanno avere). Lavorare anche il sabato e la domenica per i cittadini resta un privilegio; avverto, però, il presidente del Consiglio Bruno Mingione che, se l’istituto della seduta straordinaria continuerà a essere immotivato e abusato, mi rivolgerò al prefetto”.