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Preside trasferita nel Casertano dopo maltrattamenti ai docenti: indagata dalla Procura

AVERSA/AFRAGOLA. I carabinieri di Afragola  hanno notificato una misura interdittiva a una dirigente scolastica di un istituto accusata di maltrattamento nei confronti dei docenti. Si tratta di Angela Sodano, trasferita già all’istituto Parente di Aversa dopo le polemiche seguite alle denunce che riguardano comportamenti avuti quando dirigeva una scuola ad Afragola.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Napoli Nord, sono iniziate dopo una denuncia, presentata dai professori, preceduta da diversi esposti inviati al Ministero dell’Istruzione che ha anche disposto una ispezione interna. Le irregolarità rilevate hanno poi spinto lo stesso Ministero a trasferire la preside ad Aversa. Le condotte emerse dalle indagini, però, sono state ritenute a tal punto gravi da indurre il gip del Tribunale di Napoli Nord emettere il provvedimento interdittivo.

Era anche assessore

Ricopriva, fino a qualche ora fa, un incarico pubblico, quello di assessore del Comune di Afragola, la dirigente scolastica che, secondo gli inquirenti, sottoponeva a continue pressioni psicologiche, vessazioni e umiliazioni i suoi sottoposti, docenti e personale scolastico, di un istituto di Afragola. Alla preside i carabinieri hanno notificato una misura di interdizione che le impedisce di ricoprire incarichi pubblici emessa dal gip di Napoli Nord su richiesta dell’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Maria Antonietta Troncone. Secondo quanto si è appreso la donna, una 45enne, di recente è stata trasferita d’ufficio in un altro istituto, ad Aversa.

I professori e il personale tecnico amministrativo – che hanno denunciato di essere stati sottoposti a un vero e proprio terrorismo psicologico – hanno riferito agli investigatori che, tra le altre cose, la dirigente scolastica spesso – e senza ragione – li minacciava di fargli perdere il lavoro.

“Già da diversi mesi non esercitava l’attività amministrativa e, poco fa, ha presentato le sue dimissioni. Ciononostante, dopo avere appreso la notizia, avevo già pronto un decreto di revoca“, dice, all’Ansa, il sindaco di Afragola, Antonio Pannone. Il sindaco, che si dice fiducioso nell’operato dell’autorità giudiziaria, fa anche sapere di avere tenuto per se la delega alla pubblica istruzione mentre l’ex assessore si occupava, tra l’altro, di edilizia scolastica e manutenzione degli edifici scolastici.

“Ovviamente la dottoressa ha il diritto di difendersi e di chiarire la sua posizione – afferma Pannone – ma non è tollerabile che si addensino nubi sull’amministrazione di Afragola. Tengo a sottolineare  che le contestazioni in alcun modo possono essere riferite al suo ruolo all’interno della Giunta municipale, perché riguardano esclusivamente modalità e comportamentali riferiti al contesto dell’istituzione scolastica all’interno della quale ricopriva il ruolo di dirigente”.

Le frasi ai prof: “Io vi rovino”

 “Ho deciso di denunciare per l’amore che nutro nei confronti della scuola e dell’insegnamento, perché non posso dire a un mio alunno ‘devi combattere le ingiustizie’ se non sono io la prima a farlo”: a parlare è una delle insegnanti presunte vittime della preside 45enne Angela Sodano, fino da oggi assessore al Comune di Afragola, nei confronti della quale il gip di Napoli Nord ha emesso un provvedimento di interdizione per maltrattamenti nei confronti del personale docente e non solo.

L’insegnante, che ha chiesto di rimanere anonima, per un anno e mezzo, ha anche fatto parte dello staf dirigenziale dell’istituto ed è stata testimone delle sfuriate della dirigente: “invettive tipo ‘io vi rovino”, ‘perché non si licenzia?’ e ‘lei se ne deve stare a casa’ – ricorda la docente – fioccavano anche per un solo minuto di ritardo, oppure se andavamo in macchina per prendere, per esempio, il cellulare dimenticato”.

“Siamo riusciti ad andare avanti – dice ancora l’insegnante – facendo quadrato ma, a un certo punto non sono riuscita a sopportare, non ce l’ho fatta più, mi sono dimessa dallo staff e mi sono recata al provveditorato per dire ‘ci aiutate?'”. “Alle discussioni per banalità, che erano all’ordine del giorno, – riferisce ancora la docente – seguivano i provvedimenti disciplinari. Io stessa mi sono dovuta difendere da una grave calunnia, maltrattamenti, totalmente inventata per gettarmi fango addosso dopo le dimissioni. Un’accusa che è stata archivata ma che mi ha fatto male”.

“Ho deciso di denunciare tutto – conclude la professoressa – anche perché lì dove operiamo, nel quartiere Salicelle, il ruolo che ricopriamo è fondamentale, come lo è anche quello della parrocchia. E adesso, purtroppo, ci vorranno almeno otto anni per ricostruire quello che è stato distrutto negli ultimi tre”. 

 

 

 

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