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Ecco come i Cervinari fecero capitare telefonino in carcere al rampollo ‘Antonio’

San Felice a Cancello. Ad occuparsi di procurare un telefonino al fratello detenuto ci pensò Michela Piscitelli, la figlia maggiore di Filippo ‘o Cervinaro, coinvolta a sua volta nell’ultimo blitz e attualmente agli arresti domiciliari.

Siamo nel giugno del 2019, Filippo Piscitelli è libero da poco più di un mese e mezzo e la famiglia fa il possibile per accontentare Antonio Piscitelli ’94, detenuto a Santa Maria Capua Vetere e che ha nostalgia della famiglia.

Michela acquista un telefonino presso una rivendita della zona e lo consegnerà ad una donna che è moglie di un detenuto di origini africane, che per circa 300 euro riuscirà a far capitare il dispositivo ad Antonio.

La procedura è la seguente: in cambio di 350 euro (alla fine tanto volle) questa donna si infilò il telefono nell’ano e probabilmente lo consegnò al suo uomo che a sua volta lo passò  al rampollo della famiglia sammarchese.

Il figlio di Filippo non riusciva a stare senza telefono e come emerge dalle intercettazioni, i familiari, nonostante le spese di quel periodo, lo accontenteranno. La consegna del telefono a questa donna avverrà nei pressi un supermercato non lontano dal carcere di Santa Maria Capua Vetere. Sarà Michela in persona a recarsi all’appuntamento e a scucire subito il denaro. Chiaro che si trattava di un telefono piccolo, non certamente questi di ultima generazione che arrivano anche ad una lunghezza di 15 centimetri.