San Felice a Cancello. Un anno esatto dal maxi blitz contro i signori della droga, la fazione guidata da Alessio Biondillo classe 1977, sgominata il 21 luglio del 2021 dall’operazione portata avanti dai carabinieri del NORM Maddaloni guidati dal tenente Raffaele Di Donato. E’ giusto metterlo in evidenza, è una data che resta nella storia.
Il ras di via Ponte Trave però sarà uccel di bosco per poco più di un mese e si andrà a costituire in carcere a Santa Maria Capua Vetere il 23 agosto (LEGGI QUI). La prima misura cautelare vide coinvolti 11 soggetti, scaturita dall’attività di indagine effettuata, tra il giugno 2019 ed il febbraio 2020, dai militari del Nucleo Operativo, sotto la direzione e il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia, che riscostruirono l’esistenza di una associazione a delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, operante nei comuni di San Felice a Cancello Forchia, Airola e Arpaia, con canali di approvvigionamento nel napoletano.
A metà dello scorso maggio sono state spiccate 9 condanne con rito abbreviato, le elenchiamo
Ma la genesi dell’indagine, da dove sono realmente partiti i carabinieri della compagnia di Maddaloni è a dir poco “choc” ed è nella primavera del 2019.
Tutto nasce da una denuncia presentata presso la suddetta compagnia da parte di Andrea Di Caprio e dal cugino di Biondillo circa un presunto tentativo di estorsione posto in essere, a detta dei denuncianti, da esponenti del clan Massaro, non residenti in zona e sottoposti al programma di protezione.
Nello specifico i due indicavano quale presunto mandante ed esecutore del tentativo di estorsione, l’ex boss e killer Francesco Massaro’75, figlio dell’ex capoclan Clemente Massaro ‘o pecuraro, a sua volta pentitosi per primo.
In base a quella denuncia la successiva attività di intercettazione, sia telefonica che ambientale, non dava alcun riscontro positivo circa il tentativo di estorsione ma invece consentiva di far luce su un traffico di sostanze stupefacenti, cocaina, hashish e altro, avente come fulcro tutta la valle, dove venivano impiegati diversi pusher, tutti collegati tra loro.
D’altronde (come stiamo sostenendo da anni, unica voce in campo), San Felice a Cancello risulta storicamente una centrale dello spaccio di droga, sia all’ingrosso che al dettaglio, lo si leggeva nell’ordinanza: “Interi nuclei familiari avevano vissuto, e continuavano a vivere, dei soliti proventi derivanti dalla predetta attività”.
Nonostante i successivi blitz della scorsa primavera, quello storico ai danni di Filippo Piscitelli e company e quello ai danni del mastro casaro di Talanico Cesarione Martone, sul territorio ci sono ancora delle frange attivissime che reggono le fila dello spaccio di stupefacenti. Sicuramente c’è un gruppo che opera tra le frazioni Cave e Talanico, qualcosa anche su San Felice centro, ci sono almeno un paio di inafferrabili e poi nella frazioni più a sud. Non si finisce mai, lo ripetiamo quello dello spaccio della droga è il problema più grande che attanaglia questo comprensorio ma nessuno mai ha avuto il coraggio di gridarlo ad alta voce e di organizzare dibattuti anche nelle scuole. Omertà assoluta, gli unici a mettersi di traverso, oltre alle Procure e alle forze dell’ordine siamo stati noi.