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Presidenza del consiglio, si punta su nome condiviso

RECALE. “Ero arrivato con le migliori intenzioni”. Ieri mattina, alle 12:00, al Municipio di Recale, si è svolta la riunione dei capigruppo chiesta da Angelo Racioppoli; all’ordine del giorno, l’elezione del (o della) presidente del consiglio e le modifiche allo statuto.

“Poiché quello del presidente è un ruolo di garanzia, garanzia soprattutto delle prerogative dell’opposizione – rivela Racioppoli –, ho invitato il sindaco Raffaele Porfidia e il capogruppo di “Sì Amo Recale” Angelo Di Carluccio a considerare uno dei tre consiglieri di “Insieme per cambiare”: Vincenzo Orballo, Angela Argenziano e Domenico Todisco”.

Di fronte al “no” categorico di Porfidia, Racioppoli ha dichiarato la disponibilità del suo gruppo a valutare un consigliere o una consigliera di maggioranza: niente da fare.

“Il sindaco ha liquidato la questione – fa sapere Racioppoli –, rivelandomi che il nome è stato già deciso ed è quello di Bruno Mingione. Sia chiaro, Mingione è persona degna di massima stima, ma il presidente, se lo si vuole votare all’unanimità, non può essere imposto dall’alto, non può essere il frutto della dittatura dei numeri; altrimenti che figura di garanzia è?”. Sulle modifiche allo statuto, stesso copione: “Ho tentato di mettere in guardia Porfidia e Di Carluccio – prosegue Racioppoli – sulle evidenti contraddizioni della procedura che hanno intrapreso; mi sono, però, ritrovato dinanzi a un muro. Insomma, sulla scelta dell’“arbitro” (il presidente) e sulle “regole del gioco” (lo statuto) disponibilità al dialogo da parte del sindaco pari a zero. Ma io non demordo”.