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“Volevano sterminare tutti i rivali”, stangata per lo storico boss

MARCIANISE. Non ci sarà continuazione per i due omicidi della faida e quindi il capoclan dovrà scontare entrambe le condanne separatamente. Nei giorni scorsi sono state rese note le motivazioni con le quali la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso per il boss Domenico Belforte. La difesa dello storico padrino dei Mazzacane ora 65enne e detenuto ormai da oltre 20 anni aveva chiesto la continuazione per due omicidi commessi nel 1997 nell’ambito della faida di camorra.

“La Corte ha ribadito che, in un contesto di faida camorristica, lo scopo finale è la sopraffazione del gruppo antagonista anche attraverso l’eliminazione fisica dei componenti del clan avversario; i vari omicidi posti in essere sono espressione della tendenza a porre in essere reati della stessa specie o indole in virtù di una scelta delinquenziale compatibile con le plurime deliberazioni, scelta che si proietta fino alla resa del clan antagonista, incompatibile con un’unica previsione criminosa relativa a una pluralità di fatti programmati nelle linee essenziali.” si legge nelle motivazioni appena depositate”

“Pur essendo stati commessi nell’ambito della faida tra il clan Belforte e il clan Piccolo, non emergeva la programmazione unitaria degli omicidi compiuti da Belforte; né era sufficiente una generica ideazione di soppressione dei componenti di famiglie avverse, così come non è configurabile la continuazione tra gli omicidi commessi nell’ambito di un’associazione per delinquere di stampo mafioso e il delitto di associazione a delinquere di stampo mafioso. Per questo non è stata concessa la continuazione tra i due delitti.”

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