CAPUA. Una scalata partita da Capua e da una famiglia stimata da tutti, col padre che ha vestito per anni la divisa dell’Arma dei carabinieri.
Lui invece ha preferito un altro mondo, affari, amicizie importanti, movimenti da milioni di euro e una vita privata blindata (si sa solo che era sposato con due figli). Lascia dietro di sè tanti interrogativi la morte di Massimo Bochicchio, il broker dei vip morto ieri sulla Salaria, a Roma, dopo che la sua moto è andata a fuoco.
Proprio oggi era in programma a piazzale Clodio l’udienza in cui è imputato. In base a quanto si apprende Bochicchio è morto sul colpo. Il broker è accusato di avere truffato anche l’ex allenatore della Nazionale Marcello Lippi, l’attuale allenatore del Tottenham, Antonio Conte e l’attaccante della Roma Stephan El Shaarawy. Verifiche sono in corso per ricostruire la dinamica dell’incidente avvenuto a mezzogiorno.
Una vita spericolata
Bochicchio, 56 anni, aveva ogni giorno due ore di permesso per lasciare i domiciliari. Era i abusiva attività finanziaria e riciclaggio internazionale per aver raccolto senza alcuna autorizzazione circa 500 milioni di euro, dal 2011, ai danni di personaggi del gotha del calcio come Antonio Conte e Marcello Lippi. Negli anni, Bochicchio – latitante tra Hong Kong e Singapore prima di essere espulso da Giacarta, in Indonesia, e fatto rientrare in Italia il 17 luglio 2021 sotto la stretta dell’Interpol – avrebbe raccolto attraverso le societa’ Kidman Asset Management e Tiber Capital che guidava da Londra “cospicui capitali”.
Intercettato affermava di aver movimentato addirittura “1 miliardo e 800 milioni” di euro. Soldi che avrebbe dirottato in investimenti tra “Singapore, Hong Kong ed Emirati Arabi Uniti, promettendo alti rendimenti”. E cercando di “occultare o ostacolare l’identificazione degli effettivi beneficiari delle somme”, investite con strumenti ad “alto rischio”. Gli sono stati sequestrati beni per 70 milioni di euro, anche la casa a Cortina, ma nessuna delle 34 persone che lo hanno denunciato – tra i quali l’ex calciatore Patrice Evra e l’attaccante Stephan El Shaarawy – ha ancora rivisto un quattrino. Anche manager, come i procuratori Federico Pastorello e Luca Bascherini, e ambasciatori come Raffaele Trombetta, gli hanno affidato i soldi con il miraggio di buoni guadagni.