CASAL DI PRINCIPE. Nicola Schiavone, il fratello Vincenzo e Dante Apicella: nomi importanti per la Procura di Napoli in quanto da sempre – almeno dagli anni 80 – esponenti di spicco del clan dei Casalesi ma con funzioni direttive e da colletto bianco, ovvero da rappresentanti di quell’area grigia capace di accaparrarsi appalti pubblici, come quelle nelle ferrovie o indetti da enti locali; e di garantire la sopravvivenza attuale di un clan i cui capi, insieme a killer ed estorsori, sono tutti in carcere. Tutti già imputati nel maxiprocesso ai Casalesi “Spartacus”, con Apicella condannato così come Vincenzo Schiavone, mentre Nicola è stato assolto.
Per i tre, il Gip di Napoli Giovanna Cervo ha disposto il carcere con l’accusa di associazione camorristica (con Apicella, da anni detenuto, sono stati arrestati anche il fratello Vincenzo e il nipote Pietro). Nicola e Vincenzo Schiavone sono ritenuti i prestanome storici di Francesco Schiavone Sandokan , di cui sono cugini, e per conto del quale hanno gestito le sue tante attività economiche, tanto da foraggiare continuamente la famiglia Schiavone; e proprio quando il rubinetto dei fratelli Schiavone si è chiuso, il figlio primogenito di Sandokan, si chiama anch’egli Nicola Schiavone, ha deciso di iniziare a collaborare con la giustizia.
Anche Dante Apicella era uno dei più fidati collaboratori del capo, tra gli esponenti più in vista del clan con mega-villa a Casal di Principe, poi confiscata dallo Stato e che ora ospiterà il nuovo Commissariato della Polizia di Stato. In una delle intercettazioni presenti nell’ordinanza del gip Cervo, risalente all’8 novembre 2014, emerge anche il progressivo allontanamento di Giuseppina Nappa, moglie di Sandokan, dal marito che lei ritiene colpevole di avere messo in difficoltà l’intera famiglia e di avere trascinato i figli sulla sua strada. Le sorelle di Sandokan, invece, accusano la cognata di avere prosciugato le risorse. Inoltre, nel colloquio in carcere del 7 luglio 2018, Giuseppina Nappa si presenta per preannunciare la scelta degli figlio Nicola di avviare una collaborazione con la giustizia.