Skip to main content

Voto e clan, ex sindaco rischia 10 anni. Tutte le richieste di condanna

CAPUA. Era più di un’ombra. Una mano che orientava preferenze ed esito delle consultazioni. Per il pubblico ministero della Dda Maurizio Giordano la camorra era un attore non secondario nelle elezioni Amministrative di Capua. E’ quanto è emerso dalla requisitoria tenutasi questa mattina nel processo che vede imputati l’ex sindaco Carmine Antropoli, gli ex consiglieri Marco Ricci e Guido Taglialatela e il pentito Francesco Zagaria detto “Ciccio ‘e Brezza”.

Al termine della requisitoria il pm ha chiesto 10 anni per Antropoli, 10 anni per Ricci, 4 anni per Taglialatela e 8 anni e mezzo per Zagaria.

Proprio la presenza dell’ex imprenditore ora diventato collaboratore di giustizia negli incontri avrebbe orientato le candidature in una lista e influenzato alcune dinamiche grazie a quel pacchetto di quasi 200 voti che poteva far convogliare sul candidato. E la candidatura stoppata di Di Lillo, passata per l’orami celebre schiaffo avvenuto sotto gli occhi di Antropoli, per la Dda ne è la prova.

In una precedente udienza Antropoliavevaa riferito di aver conosciuto Zagaria per motivi professionali e di non aver ricevuto soldi nè per la sua campagna elettorale nè per quella della compagna (Lucrezia Cicia, ndr), mostrando cifre alla mano di non averne bisogno.

L’ex primo cittadino ha inoltre negato di essersi mai interessato di appalti spiegando anche i motivi della lite nel suo studio di Sant’Angelo in Formis intercettata dagli investigatori. La prossima udienza è stata fissata a dicembre saranno sentiti i testimoni della difesa.

Le accuse

Antropoli è accusato dalla Dda di aver stretto un patto con Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘e Brezza”, dal nome della frazione di Capua dove risiede, considerato referente del boss omonimo Michele Zagaria. Un patto che avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, che poi perse. Secondo i carabinieri ci sarebbe stato più di un incontro, sempre prima delle elezioni comunali del 2016, tra Antropoli e i due affiliati, in cui si parlava di politica.