Skip to main content

Boss al carcere duro per un’intercettazione

CASAL DI PRINCIPE. E’ arrivato anche il sigillo della Suprema Corte sul carcere duro per il ras dei Casalesi Francesco Russo. La settima sezione penale della Corte di Cassazione ha infatti depositato le motivazioni con le quali è stato rigettato il ricorso che chiedeva l’annullamento della proroga del 41bis per il 62enne boss.

Gli ermellini, concordando con i precedenti gradi di giudizio, hanno ritenuto concreto il pericolo di contatti tra Russo e l’organizzazione criminale, qualora venissero meno le restrizioni imposte dal regime del carcere duro riservato agli ementi più pericolosi o che hanno rivestito un ruolo apicale all’interno del sodalizio criminale. Decisiva in tal senso un’intercettazione finita agli atti che dimostrerebbe la caratura del 62enne.

La difesa aveva provato a giocare la carta della buona condotta del detenuto ma ciò non è bastato per superare l’ostacolo del 41bis. Sul capo di Russo pende una condanna in Appello a 16 anni e mezzo di reclusione. Il fratello di “Peppe o’ Padrino” fu coinvolto nell’inchiesta sulle estorsioni ai danni di imprenditori edili e commercianti di pellame di Orta di Atella e Gricignano che furono costretti a pagare 50mila euro solo in pochi mesi.

 

Un click e sei sempre informato! Iscriviti al nostro canale WhatsApp per ricevere le news più importanti. Premi qui ed entra!