Negli ultimi anni si è parlato molto di spreco alimentare. Tuttavia, soltanto in seguito a questo forte momento di crisi, che ha portato con sè un cospicuo aumento dei prezzi delle materie prime, si sta rivalutando il modo di gestire gli sprechi. E’ il caso dunque di Food Economy, o economia del cibo, legata perlopiù a tutta una serie di metodi attuati per limitare gli sprechi in cucina, a favore dell’ambiente ma anche del portafogli.
Lo scorso 5 Febbraio si è tenuta la Giornata Nazionale per la prevenzione dello spreco alimentare, la quale è stata istituita nel 2014 dalla campagna Spreco Zero di Last Minute Market con il dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari dell’Università di Bologna e con il Ministero dell’Ambiente. Questa giornata è volta principalmente a sensibilizzare giovani e adulti nel limitare lo spreco, il quale solo in Italia conta circa 3,6 milioni di tonnellate di cibo gettato nei rifiuti (dato 2020).
Dunque sensibilizzare ma anche rendere forti e presenti sul territorio realtà come imprese locali ed enti no profit per il recupero solidale.
Ridurre l’impatto sull’ambiente
Dunque, come ridurre il proprio impatto sull’ambiente?
Innanzitutto è doveroso fare una prima differenza tra il termine Food Loss e il termine Food Waste. Il primo, ossia le perdite alimentari, è relativo agli sprechi che occorrono lungo i primi anelli della catena: produzione, raccolta, stoccaggio e lavorazione. Il secondo, è relativo agli sprechi originati a seguito della distribuzione ai consumatori e ai commercianti, sul quale possiamo attivamente intervenire e contribuire.
Il primo passo per evitare gli sprechi è fare meno provviste, diventare smart in fatto di acquisti. Come riporta uno studio infatti, un italiano su 2 (47%) ammette di scordare spesso il cibo acquistato, il 46% sostiene che il cibo era reduce dal frigorifero dei negozi e a casa è deperito in fretta. (ansa.it)
Secondo punto, sembrerà banale, sfruttare gli avanzi. Approfondire e conoscere ricette anti-spreco (ormai basta cercare su internet), dove ce n’è per tutti i gusti. Dunque sfruttare al meglio le potenzialità di un alimento, prima di gettarlo via.
Ultimo punto, ma non meno importante, donare.
Conoscere le organizzazioni che si occupano di raccogliere cibo, specialmente in un momento storico come questo è d’obbligo. Quindi, quale opzione migliore se siamo sentiamo di essere in surplus di generi alimentari?
Anche l’Unione Europea, da sempre vicina a questa tipologia di problematiche ci svela dei consigli utili in fatto di buone abitudini da mettere in atto. Inoltre, vi è la possibilità di partecipare attivamente ad iniziative come EU Food Loss and Waste Prevention Hub, promosse proprio per sensibilizzare ed avvicinare più cittadini possibili al Food Safety.