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La richiesta disperata di Felice al pusher-lattaio: “Fammi entrare nel business”

Cervino. Sono davvero innumerevoli i contatti per l’acquisto di stupefacenti tra Felice Valentino e il pusher-lattaio Antonio De Angelis, di 38 anni, detenuto a Napoli e coinvolto nella maxi operazione antidroga di due settimane fa.

Illustriamo i motivi per i quali il messercolese 45enne Felice Valentino, alias capaianca, indagato a piede libero, non è stato arrestato. Ci è mancato davvero poco viste le sue intenzioni. Valentino è un consumatore accanitissimo che acquista per se stesso ma acquista anche per altri.

L’anomalia è che costui non acquista quantitativi generici da rivendere ad ignoti consumatori, ma acquista per un numero specifico di persone “siamo in due per ora”,  “stavo pensando in quanti noi eravamo, capito siamo in tre”.

Tale circostanza unita al tenore delle conversazioni induce a ritenere che anche quando acquista per altre persone lo fa previo specifico mandato, il che appare integrare un uso di gruppo e non una detenzione ai fini di spaccio. A questo si aggiunga che quando Valentino chiede al De Angelis di inserirlo nell’attività di spaccio perché ha problemi economici quest’ultimo declina l’offerta. Valentino quindi per guadagnare più chiede al lattaio di inserirlo nel commercio della ‘bombazza’, sicuramente De Angelis rifiuta perché in quel momento sta viaggiando forte, ha una sorta di monopolio nella zona e lavora a stretto contatto con il ras capozona della fazione Belforte, Salvatore D’Albenzio.

In alcune conversazioni per le consegne  i due non usano solo le parole relative al latte e derivati, ma anche altri generi di alimentari, tipo ‘baccalà’ fritto. Un vero shop nello shop, in generale, un degrado di proporzioni imponenti, dove si arriva persino ad indebitarsi per acquistare la droga.