Oggi, 18 marzo, si celebra la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di coronavirus.
Una ricorrenza istituita con legge lo scorso anno per conservare e rinnovare la memoria di tutte le persone decedute a causa dell’epidemia. Una giornata di memoria e di cordoglio.
La data simbolo del 18 marzo fu scelta in ricordo di quanto tristemente accaduto a Bergamo nel 2020 quando i mezzi militari furono impegnati nel trasporto di centinaia di salme vittime del Covid-19 destinate alla cremazione fuori città.
Dopo due anni dall’inizio della pandemia, dopo isolamenti, quarantene, tamponi, green pass, dal 31 marzo è prevista la fine dello stato di emergenza e le misure di contenimento del contagio non saranno più restrittive come un tempo. Ma non si possono dimenticare di certo le tantissime vittime del covid-19. Vittime che continuano ad aumentare di giorno in giorno.
Oggi il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione della Giornata nazionale delle vittime del covid ha affermato: «La data del 18 marzo 2020 rimane incisa nella memoria degli italiani. Una immagine, quella dei mezzi militari che a Bergamo trasportavano le vittime falcidiate da un virus allora ancora sconosciuto, che racchiudeva il dramma dell’intera pandemia.
Alla memoria delle vittime ci inchiniamo. Nel dolore dei loro familiari si riconosce l’intera comunità nazionale».
«Lo smarrimento dinanzi a una minaccia così insidiosa ha lasciato in breve tempo spazio a una reazione tenace, fatta di coraggiose scelte collettive e di avveduti comportamenti individuali, che ci ha consentito di affrontare una sfida senza precedenti nella storia recente dell’umanità. La Repubblica è fortemente impegnata a garantire i ritmi di una rinnovata vita della nostra comunità, senza dimenticare la lezione di quanto è avvenuto» ha sottolineato Mattarella.
Il Capo dello Stato ha poi continuato: «In questa giornata simbolica che il Parlamento ha scelto di istituire abbiamo l’occasione per ricordare i tanti che non ci sono più e, insieme, l’apporto di quanti hanno contribuito alla salvaguardia della salute collettiva, al funzionamento dei servizi essenziali.
Scienziati e ricercatori, medici, infermieri, personale sanitario, pubblici amministratori, donne e uomini della Protezione civile, militari e forze dell’ordine, volontari, hanno costituito un caposaldo su cui abbiamo potuto contare. A tutti loro va la nostra gratitudine».
«Lo spirito di sacrificio, la consapevolezza di sentirsi responsabili gli uni degli altri, che la stragrande maggioranza dei nostri concittadini ha dimostrato di possedere, costituiscono un patrimonio prezioso per le sfide che il Paese si trova ad affrontare, da non disperdere» ha concluso Mattarella.