MARCIANISE. Nuova stangata per il boss dei Mazzacane Domenico Belforte detenuto al carcere duro. Sono state rese note le motivazioni con le quali la Prima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali del capoclan che chiedeva la continuazione dei reati per tre omicidi.
I delitti da “accorpare” per ottenere il vincolo della continuazione sono quelli di Angelo e Giovanni Piccolo e di Pasquale Dallarino. Il no della Suprema Corte che replica quello del tribunale di sorveglianza di Bergamo (è detenuto in Lombardia) e che nega al capoclan ergastolano e detenuto ormai da oltre 20 anni un possibile sconto di pena.
Secondo gli ermellini il delitto di Pasquale Dallarino, sebbene riconducibile alla faida di camorra tra i Mazzacane e i Quaqquaroni, non è legato all’uccisione dei fratelli Angelo e Giovanni Piccolo anche per il tempo intercorso tra i diversi fatti di sangue.

