MADDALONI/SAN FELICE A CANCELLO. Il legame tra lo storico ras della droga di San Marco Trotti Antonio Piscitelli “o’ Zannuto” e Giorgio Monteforte, maddalonese ed uno dei personaggi chiave dell’inchiesta che ieri ha portato a 40 arresti, è “nero su bianco” in un foglio di carta.
E’ una lettera che i carabinieri hanno trovato nel corso di una perquisizione nel marzo 2018 nel comodino dell’abitazione di Monteforte a Maddaloni. Il ras, oggi detenuto in Sardegna per finire di scontare una condanna a 23 anni sempre per reati di spaccio, all’epoca era recluso a Santa Maria Capua Vetere. Dalla casa circondariale “Uccella” ha scritto a Monteforte, che sia per la presenza di quella missiva che dello stupefacente quel giorno si mostrò particolarmente recalcitrante al controllo.
Monteforte aveva provato a depistare i militari entrando in un’altra abitazione nel palazzo dove risiedeva, ma le forze dell’ordine riuscirono comunque a entrare nella dimora. Nel corso della perquisizione domiciliare i carabinieri trovarono due involucri in cellophane contenenti 7 stecche di sostanze stupefacente (in tutto 46 grammi) risultata essere del tipo hashish. La roba era nascosta in un carrello porta alimenti nel vano cucina.
L’elemento più interessante però non era lo stupefacente. I carabinieri della locale Compagnia nel corso della perquisizione scoprirono una lettera manoscritta indirizzata a Giorgio Monteforte ad Antonio Piscitelli, il ras della Valle, conosciuto come “o’ Zannuto”, pregiudicato per reati in materia di sostanze stupefacenti, all’epoca dei fatti detenuto. Dal contenuto della lettera, scritta il 18 febbraio 2018, e partita dalla circondariale di Santa Maria Capua Vetere, Piscitelli invita Monteforte a recarsi da sua moglie, Anna Bernardo. La missiva è stata ritrovata in uno dei comodini della camera da letto di Monteforte.
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