
CAPODRISE. Sono marito e moglie le vittime, zio e nipote i presunti autori. E’ una trama familiare quella che si sviscera all’interno dell’inchiesta della Dda di Napoli.
In queste ore sono già partiti gli interrogatori di garanzia per i due fermati: Domenico Rossetti, 66 anni, e suo nipote Raffaele Rossetti, 48 anni, (omonimo del figlio di Capabianc). Ieri invece sono state effettuate le perquisizioni da parte delle fiamme gialle della Compagnia di Marcianise dopo l’esecuzione dell’ordinanza.
I Rossetti sono stati ritenuti gravemente indiziati della commissione, a vario titolo, dei reati di usura ed estorsione, anche mediante l’utilizzo del c.d. “metodo mafioso”.
Il provvedimento compendia gli esiti di indagini, svolte dalla Compagnia di Marcianise e coordinate dalla D.D.A. di Napoli, nel cui ambito è stato possibile ricostruire alcune condotte usuraie ed estorsive che gli indagati avrebbero posto in essere ai danni di una coppia di coniugi, facendo anche ricorso a forme di intimidazione basate sulla “spendita del nome” del noto clan camorristico dei “Belforte”.
La restituzione coattiva dei singoli prestiti sarebbe avvenuta attraverso la sottrazione, con violenza e minaccia, di un immobile posto a garanzia del debito contratto.

