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“Non mi ero reso conto di aver sconfinato”: sorvegliato speciale del clan senza scampo

 

MARCIANISE. Sono state rese le motivazioni con le quali nei mesi scorsi la Corte di Cassazione ha reso definitiva la condanna per Salvatore Ricciardi, detto “Fafamiello”, 38 anni, ritenuto in passato vicino al clan Piccolo.

Il giovane è stato condannato per avere trasgredito agli obblighi e alle prescrizioni della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno, indebitamente allontanandosi, in automobile, da Marcianise, suo Comune di residenza. In particolare Fafamiello venne fermato nel 2018 dai carabinieri mentre era alla guida di un Iveco a Gricignano d’Aversa, nonostante avesse il divieto di lasciare la sua città

Ricciardi, come evidenziato nel ricorso, si giustificò evidenziando che, mancando la prescritta segnaletica esplicativa, non si sarebbe reso conto di avere sconfinato nel territorio del limitrofo Comune di Gricignano di Aversa.  I giudici però nè in Appello nè in Cassazione hanno creduto a questa versione confermando la condanna: e sottolineando anche in assenza di dolo c’è comunque il reato: “Se avesse avuto dubbi, del resto, avrebbe potuto assumere le debite informazioni, anziché agire a costo d’infrangere la legge penale.”

Ricciardi, ritenuto vicino al clan Lo Piccolo, venne di lì a poco coinvolto in un’altra operazione anticamorra (per la quale venne poi scarcerato) e che è confluita in un processo penale ancora in corso.

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