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“Ricorrere alle offese e alla denigrazione dell’avversario, in questo modo aumentate la distanza con la gente”

CAPODRISE. Maria Belfiore e Gaetano Argenziano del gruppo consiliare “Alleanza per Capodrise”, i primi a stigmatizzare la vicenda, intervengono sulla lite verbale scoppiata lunedì pomeriggio, durante una seduta di Consiglio comunale, tra il sindaco Vincenzo Negro e il consigliere di minoranza Giuseppe Fattopace:

 

«Esprimiamo sconcerto e forte preoccupazione – esordiscono – per i fatti accaduti in aula; episodi del genere sono indegni di una comunità civile come la nostra. Insulti e minacce non possono albergare in un’assemblea dove siedono i rappresentanti dell’intera cittadinanza.

 

Sono altre le sedi nelle quali Negro, auspicabilmente con toni e atteggiamenti diversi, potrà difendere le sue ragioni e i suoi interessi, qualora ritenga che essi siano stati violati. Far prevalere – proseguono Argenziano e Belfiore – la dittatura dei numeri, ricorrere alle offese e alla denigrazione dell’avversario, negare la libertà di espressione e ostinarsi a non garantire la diretta streaming delle sedute sono segnali pericolosi, che creano una frattura in Consiglio e aumentano la distanza tra gli amministratori e i cittadini, in un momento storico nella quale, peraltro, ci sarebbe bisogno di più unità e più umiltà per le sfide che ci attendono.

 

Organismi di garanzia come la presidenza dell’assemblea devono essere tenuti al riparo da frizioni personali che nulla hanno a che vedere con la dialettica democratica sui temi di interesse generale. La maggioranza cambi subito rotta e il Consiglio comunale torni ad essere l’espressione del potere popolare. La responsabilità va praticata – concludono i due consiglieri –, non pretesa dagli altri e poi calpestata». All’ordine del giorno dell’assemblea c’era, tra l’altro, la discussione, sollecitata proprio da “Alleanza per Capodrise”, sul futuro dell’ex area Carrefour.

Il tema non è stato poi trattato, perché, quando i toni si sono esasperati e la situazione è degenerata, Belfiore e Argenziano, promotori di un’interpellanza sull’argomento, hanno abbandonato l’aula in segno di protesta.