AVERSA. I numeri sono impressionanti. In un’area che rappresenta uno degli epicentri nazionali dei beneficiari del reddito di cittadinanza sta prendendo corpo un’indagine che potrebbe spazzare via migliaia di sussidi erogati con eccessiva benevolenza dallo Stato.
La Procura della Repubblica di Napoli Nord ha infatti aperto un’inchiesta sui buchi del Reddito di Cittadinanza tra l’hinterland partenopeo e l’agro aversano. Nulla di totalmente nuovo in un’area dove sono stati scoperti casi emblematici come quello del detenuto frattese che percepiva denaro benchè recluso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere.
Stavolta però i casi singoli sono a margine di un disegno più grande che coinvolgerebbe i Centri di Assistenza Fiscale ed in particolare uno di Sant’Antimo, che in realtà sarebbe “fantasma” pur gestendo centinaia di pratiche soprattutto a pakistani e bengalesi. Sarebbero proprio gli stranieri residenti tra Casandrino, Grumo e Sant’Antimo – secondo quanto riferito da Il Mattino – il perno centrale di questa nuova inchiesta con gli investigatori chiamati a individuare i furbetti attraverso le sim telefoniche, spesso evaporate. E nell’agro aversano la situazione non sarebbe dissimile al punto che le attenzioni si stanno concentrando anche sui centri della zona.
In totale le pratiche per la richiesta del Reddito qualificate come sospette sarebbero circa 20mila. Nel mirino ci sono le dichiarazioni compiacenti prodotte dai centri di assistenza fiscale che hanno “dimenticato” i limiti imposti dalla legislazione.
L’ultima indagine
Dei circa 45.000 percettori censiti nell’ambito della provincia di Caserta, sono state passate alla lente le situazioni patrimoniali e familiari di 3429 richiedenti il beneficio, componenti 1459 nuclei familiari, al cui esito sono state deferite in stato di libertà alle competenti Autorità Giudiziarie 500 persone, che si sono viste sospendere/revocare il beneficio. Contestualmente sono stati eseguiti numerosi sequestri preventivi per un importo complessivo di circa 300.000,00 euro.
Nello specifico dei 500 denunciati, 349 sono stranieri, 94 gravati da precedenti penali, 8 condannati per associazione mafiosa. I comportamenti perseguiti hanno riguardato la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, la presentazione di dichiarazioni o documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero omissione di informazioni dovute, e l’omissione di comunicazioni relative alle variazioni del reddito o del patrimonio, nonché di altre informazioni dovute e rilevanti ai fini della revoca o della riduzione del beneficio.
Tra i casi più singolari si evidenzia quello relativo agli appartenenti alla stessa famiglia che, risiedenti in un’unica unità immobiliare, hanno falsamente attestato di averla frazionata in 4 distinte particelle catastali, facendo così risultare di costituire autonomi nuclei familiari. Così come quello relativo ad una beneficiaria che ha percepito in due anni ben 23.000 € di reddito di cittadinanza, pur essendo titolare di una quota delle numerose proprietà immobiliari ricevute da una successione ereditaria con altri fratelli.
Tra i denunciati risultano 8 soggetti condannati con sentenze passate in giudicato per reati associativi di stampo mafioso.