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Eroi nella pandemia, buttati via ora: precari della sanità cacciati a Natale

 

CASERTA. “Ne usciremo migliori”. Sì, certo. “I nostri eroi”. Ma dove?. Delle frasi fatte snocciolate durante la pandemia, mentre tutti eravamo chiusi e loro bardati fronteggiavano il Covid in prima linea, i precari del 118 ne hanno piene le scatole.

Si aspettavano di trovare sotto l’albero se non una stabilizzazione almeno una proroga del contratto, ma l’Asl di Caserta non ha mosso un dito finora. Nonostante gli inviti del Ministero della Salute e del Governo a dare forma concreta alle aspettative, i precari della sanità casertana si ritroveranno a Natale “sbattuti” in strada se non ci sarà rinnovo. Che fine faranno gli autisti che hanno guidato le ambulanze nell’emergenza o gli operatori in prima linea quando nemmeno i dispositivi c’erano?

All’Asl la risposta, intanto ecco la nota dei precari.

L’esercito dei precari sanitari

“Perché “esercito dei precari sanitari” ? Perché quella che stiamo vivendo oggi è una guerra in cui molti di noi, proprio come soldati, siamo stati arruolati mettendo a rischio le nostre vite e di chi ci sta vicino. Questa guerra l’abbiamo combattuta con dovere e dedizione per abbattere un nemico che ancor oggi colpisce la salute del mondo: la pandemia Sars covid 19.
Siamo ancora Precari perché, non ci viene dato un riconoscimento per il nostro servizio dato, e chi doveva sostenerci si è girato dall’altra parte quindi una volta che finirà la pandemia, ci licenzierà. In questi mesi abbiamo fatto da tappabuchi alle grandi carenze di personale, in Italia mancano circa 100.000 lavoratori nell’ambito sanitario, e la pandemia ha messo solo in evidenza anni e anni di tagli e privatizzazioni. Non si sbloccano i tourover , e i concorsi vanno a rilento, e dove ci sono non scorrono le graduatorie. In questo periodo il governo sta alimentando una guerra tra poveri, tra chi ha fatto avvisi pubblici e chi ha fatto concorsi, e con la buffonata dei 18 mesi di requisito minimo svolti come lavoro durante la pandemia per essere assunti a tempo indeterminato, sta spingendo molti precari, che per poco non raggiungono questo periodo, a sperare quasi quasi che la pandemia continui, per aspirare ad una stabilità lavorativa . Ci hanno utilizzato per le loro mancanze, ci hanno formato, e oggi ci impiegano anche nei reparti ordinari pagandoci sempre con i soldi dell’emergenza covid, bene ADESSO CI DEVONO ASSUMERE TUTTI, PERCHE’ IL NOSTRO ANDARE VIA CREA UN GROSSO VUOTO NELLA SANITA’, E IL TUTTO ANDRA’ A DISCAPITO DELLA POPOLAZIONE!
Oggi il governo attraverso la legge di bilancio, fa ancora i sotterfuggi su come affrontare le carenze, e stanzia fondi che di certo non risolvono il problema in cui versa la sanità. All’interno della Legge di bilancio vogliono dare un finto premio a chi ha lavorato durante la pandemia, dicono di assumere solo chi ha raggiunto  18 mesi di lavoro , continuano a fare piani senza guardare ciò che veramente occorre al paese, OVVERO:  Garantire tutto il personale necessario per far si che i LEA vengano rispettati e costruire un serio piano di medicina territoriale per evitare che si intasano gli ospedali, ricordando che il covid ha messo in evidenza le falle del SSN, e il continuo affanno e la paura per la carenza di posti letto sono solo una conseguenza di un territorio non all’altezza di evitare le acuzie.
Per questo motivo, abbiamo rotto il silenzio, crediamo che sia sbagliato organizzare la sanità in base ai fondi, ma che vada organizzata in base alle esigenze dei territori, e siccome non ci riteniamo un prodotto usa e getta vogliamo contribuire al miglioramento della sanità con alcune proposte:
Individuare regione per regione i numeri della carenza di personale e stabilire un concreto piano di assunzioni partendo prima dallo scorrimento immediato di tutte le graduatorie attive, e reintegrando tutte le carenza con i precari ricordando che, non ha senso sprecare queste risorse umane già formate a superare questo periodo critico. Essendo personale già formato non vi sarà alcun bisogno di sprecare risorse economiche per la formazione.
Considerando che la sanità non può essere un’appendice dei piani di un governo, vanno stanziati i fondi in base alle necessità facendo si che venga garantita quanto più possibile la sanità pubblica, aumentando anche i tetti regionali per le assunzioni, altrimenti ci troviamo leggi nazionali che poi vengono contraddette dai presidenti di regione o assessori alla sanità che con la stessa cantilena di sempre diranno “non ci sono fondi per assumere, sforiamo con il bilancio”.
Che venga modificata la bozza della legge di bilancio , facendo si che il periodo necessario per rientrare nelle caratteristiche per essere assunti a tempo indeterminato deve passare da 18 a 12 mesi di lavoro svolto nel pubblico o che rimanga di 18 mesi ma che la condizione non sia entro giugno 2022 ma fino a dicembre 2022.
Considerando che in tutta Europa aumentano i contagi, bisogna far si che intanto che viene approvata la legge di bilancio, tutti i contratti dei precari passino direttamente a 36 mesi,(come molte regioni già stanno facendo), è impensabile che i lavoratori abbiano la proroga del contratto di 2 mesi in 2 mesi, è da considerare anche che molti precari stanno sul filo del rasoio perchè stanno finendo i giorni di aspettativa dai precedenti impieghi. Provate solo a immaginare se durante questo periodo di pandemia, sono i precari a rifiutare i contratti determinati, come si ritroverebbe il SSN?
Che chiunque abbia lavorato in questo periodo di pandemia, compreso chi ha lavorato per agenzie interinali o per le cooperative sociali, abbia garantito il riconoscimento in termine di titoli, e che come già avvenuto in alcuni casi, che in caso di concorso pubblico, non debbano effettuare le prove preselettive, la loro preselezione l’hanno guadagnata su campo e si sono formati facendolo.
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Che venga stabilito subito un tavolo di confronto tra regioni governo e precari per affrontare quanto su scritto!
Alla luce di quanto detto esprimiamo la nostra volontà di continuare a organizzarci per far si che venga garantito il diritto al lavoro e di conseguenza la salute dei cittadini, e facciamo appello a tutti i lavoratori a mettere da parte la guerra tra poveri per un “posto a tempo indeterminato” e a far fronte comune per un lavoro utile e dignitoso per tutti.”