Skip to main content

Droga e riciclaggio, il buen ritiro adriatico degli epurati del clan

 

 

MARCIANISE. Qualcuno in quella zona è stato collocato per volontà dello Stato. Altri potrebbero aver scelto l’Adriatico per sfuggire alle attenzioni della magistratura e non solo. L’Abruzzo è diventato l’ultimo approdo dei malavitosi casertani o addirittura degli epurati del clan Belforte. E’ il caso di Pasquale Aveta che dalla cosca si è fatto fuori da solo nel 2011 decidendo di diventare collaboratore di giustizia salvo poi essere coinvolto in un’inchiesta sul giro di spaccio.

 

La sua figura è finita anche nell’ultimo dossier della Direzione Investigativa Antimafia che, riguardo alle organizzazioni camorristiche presenti in Abruzzo ha evidenziato che “lo scorso semestre era stata rilevata la presenza di soggetti legati ad esempio al cartello dei Casalesi ai marcianisani BELFORTE (come emerso dall’inchiesta “Doppio gioco), nonché ai gruppi napoletani CONTINI, AMATO-PAGANO, MOCCIA e MALLARDO per i quali il territorio abruzzese ha rappresentato un punto di approdo soprattutto per le attività di riciclaggio e per la vendita di sostanze stupefacenti anche attraverso figure criminali di minor spessore talvolta del beneventano.”

 

Proprio in Abruzzo, in riferimento all’inchiesta Doppio Gioco, era stato scoperto un giro relativo alla vendita di cocaina che fruttava fino a 15mila euro grazie ad un nucleo di 50 clienti affidabili. Un affare andato a gonfie vele anche nei mesi difficili del lockdown.