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Politica e clan, Antropoli in aula: “Zagaria? Solo un mio paziente. Mai soldi da lui”

 

CAPUA. Udienza fiume del processo madre sulle infiltrazioni del clan nella politica capuana. E’ stato infatti esaminato l’ex sindaco Carmine Antropoli.

La lunga deposizione, durata fino al tardo pomeriggio, è stata concentrata soprattutto sui suoi rapporti con Francesco Zagaria, l’imprenditore che proprio nel corso di quest’inchiesta passò da indagato eccellente a pentito.

Antropoli ha riferito di aver conosciuto Zagaria per motivi professionali e di non aver ricevuto soldi nè per la sua campagna elettorale nè per quella della compagna (Lucrezia Cicia, ndr), mostrando cifre alla mano di non averne bisogno.

L’ex primo cittadino ha inoltre negato di essersi mai interessato di appalti spiegando anche i motivi della lite nel suo studio di Sant’Angelo in Formis intercettata dagli investigatori. La prossima udienza è stata fissata a dicembre saranno sentiti i testimoni della difesa.

Le accuse

Antropoli è accusato dalla Dda di aver stretto un patto con Francesco Zagaria, detto “Ciccio ‘e Brezza”, dal nome della frazione di Capua dove risiede, considerato referente del boss omonimo Michele Zagaria. Un patto che avrebbe condizionato le elezioni comunali di Capua del 2016, cui Antropoli non si candidò perché era stato sindaco per due consiliature dal 2006 al 2016, facendo però candidare un proprio fedelissimo, che poi perse. Secondo i carabinieri ci sarebbe stato più di un incontro, sempre prima delle elezioni comunali del 2016, tra Antropoli e i due affiliati, in cui si parlava di politica.