CASTEL VOLTURNO. Ancora uno stop per i ragazzi della Tam Tam Basket di Castel Volturno, quasi tutti adolescenti nati in Italia ma da genitori stranieri e senza cittadinanza, che non potranno per questo motivo prender parte ai campionati nazionali di eccellenza under17 e under19. Come nel 2017, quando di mezzo c’era l’under 14, ancora una volta è risultato decisivo il “no” della Federbasket, ma la società contro l’esclusione dell’U.17 attende l’esito del ricorso al Tar, mentre per l’U.19 non è stato fatto reclamo perchè avrebbe comunque i requisiti per l’ammissione. Quattro anni fa c’era il limite oggettivo di un quadro normativo non adeguato, con la norma federale che poneva il limite di due stranieri per squadra; dopo le proteste e l’indignazione nazionale, la Fip modificò il proprio regolamento per i campionati di livello regionale, e così la squadra under14 di Tam Tam fu ammessa.
Il Governo fece però molto di più, perché introdusse nella legge di stabilità una noma che è stata ribattezzata “salva Tam Tam”, che sanciva il diritto di giocare a qualunque minore straniero purché frequentante regolarmente le scuole italiane. Tutto quindi sembrava risolto e invece la Fip si è rimessa di traverso, “perché quella modifica regolamentare – spiega il capo-coach di Tam Tam, Max Antonelli – riguardava solo i campionati regionali, mentre con l’Under17 e l’Under19 avremmo dovuto iscriverci ai tornei di Eccellenza che hanno rilievo nazionale. Avevamo chiesto alla Fip una deroga, ma hanno detto no, spiegandoci di aver interpellato anche le altre squadre con cui avremmo dovuto giocare”.
“Questa posizione non è assolutamente condivisibile, visto che esiste la ‘norma Tam Tam’ e c’è poi lo Ius Soli Sportivo, che tante federazioni hanno adottato, per cui anche la Fip avrebbe potuto farlo, viste le dichiarazioni di apertura del presidente Petrucci e dello stesso presidente del Coni Malagò, che specie dopo le Olimpiadi hanno sempre parlato di inclusione”, aggiunge. In attesa della pronuncia del Tar sulla U.17, Antonelli è fiducioso per l’altra formazione che “a nostro parere, la squadra rispetta il requisito previsto dalla Federazione secondo cui i ragazzi stranieri devono aver fatto una formazione sportiva di almeno quattro anni e in ogni stagione abbiamo giocato almeno 14 partite. La Fip ci ha detto che nel campionato 2017-2018 i nostri ragazzi non hanno giocato 14 gare, ma di meno, ma ciò non è vero”.
“La loro colpa è essere figli di immigrati”
“Cinque anni di campionati, di partite, di vittorie non bastano a permettere a questi ragazzi di fare sport serenamente, al pari dei loro coetanei. La loro ‘colpa’? Essere figli di immigrati. Ma come si fa a definire ‘stranieri’ dei giovani nati in Italia e che frequentano fin da piccoli le scuole italiane? Che fine hanno fatto tutte le belle parole pronunciate a Tokyo dai vertici dello sport italiano, ma anche dal mondo delle istituzioni?”.
Così su Facebook il deputato di Italia Viva e segretario della commissione di Vigilanza Rai Michele Anzaldi, che interviene sulla vicenda della Tam Tam Basket, le cui formazioni Under17 e Under19 sono state escluse dai campionati nazionali di Eccellenza. Sulla vicenda arriva anche il commento di Bruno Molea, primo firmatario della legge del 2016 sul Ius soli sportivo, e presidente di uno dei maggiori enti di promozione sportiva in Italia (l’AiCS). “Si utilizzi – dice – questo momento per cambiare le regole in campo: la Fip ci ripensi e faccia giocare i giovanissimi del Tam Tam Basket, almeno in deroga. Sono nati e vivono in Italia: come si fa a chiamarli stranieri? Non farli giocare è una discriminazione. In un territorio come Castelvolturno, l’esperienza della Tam Tam Basket è stata miracolosa: farli giocare è atto dovuto e anche la dimostrazione che le regole si possono cambiare