I primi gettoni telefonici italiani furono diffusi dall’azienda STIPEL (Società telefonica interregionale piemontese e lombarda) a partire dal 1927.
Il servizio telefonico pubblico cominciò a essere attivo nel nostro paese nel 1881. Lo Stato, che già amministrava il servizio telegrafico, optò per lasciare alle imprese private la gestione del nuovo mezzo di comunicazione.
Nel 1923, una commissione statale decise di ripartire il servizio telefonico in cinque zone territoriali e la STIPEL, istituita nel 1924, ottenne la concessione della prima zona, che operava in Valle d’Aosta, Piemonte e Lombardia.
Il primo gettone telefonico coniato dalla STIPEL fu emesso in occasione della Fiera Campionaria di Milano, che si tenne nel 1927. Il gettone, tuttavia, poteva essere utilizzato soltanto negli apparecchi presenti all’interno dei padiglioni della fiera.
Il gettone STIPEL, caratterizzato dalle tipiche scanalature trasversali, era realizzato in alpacca, una lega metallica costituita da rame, nichel e zinco. Al dritto, in alto, il gettone presenta la scritta S.T.I.P.E.L., al centro un’incisione della cornetta telefonica e in basso la data, 1927 ANNO V° (era fascista). Al verso, invece, il gettone mostra la scritta SOCIETA’ TEEFONICA INTERREGIONALE PIEMONTESE E LOMBARDA.
Nel 1959, i gettoni iniziarono a essere prodotti in maniera massiva, dando vita al gettone telefonico “moderno”, diventato una vera e propria icona “pop”, simbolo stesso della comunicazione telefonica alla fine del XX secolo. La produzione dei gettoni continuò fino al 1980, finché nel 2001 non vennero messi fuori corso dalla Telecom, per essere sostituiti dalle schede telefoniche e dall’euro.
Il gettone telefonico è uno dei rarissimi casi in cui una moneta non emessa dalla Zecca di Stato venga comunque considerata valuta corrente. Oggi, un gettone STIPEL del 1927 in buone condizioni può valere dai 65 agli 80,00 euro.
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