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Il ras “Mario ‘a Botta” al carcere duro: “Rischio contatti con gli affiliati”

 

CASAL DI PRINCIPE. Nella giornata di mercoledì sono state depositate e rese note le motivazioni con le quali è stato confermato il 41bis per Mario Caterino, detto “a Botta”, considerato al momento dell’arresto nel 2011 il numero due della fazione Schiavone dei Casalesi.

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato dai legali contro l’ordinanza del tribunale di Roma, che, ribadendo quanto evidenziato dal decreto del ministro, aveva allungato di due anni il regime di 41bis per il ras dei Casalesi.

Nella motivazioni, riprese anche dalla Suprema Corte, è stata evidenziata “la mancata dissociazione del Caterino dal clan di appartenenza e l’attuale operatività della cosca nella provincia di Caserta, come si evince da recenti operazioni di p.g. che hanno interessato altri elementi di vertice ed affiliati. Da ciò deriva la concretezza del pericolo correlato – in caso di collocamento in regime ordinario- alla capacità del soggetto di mantenere i contatti con gli affiliati in libertà e di ricevere aggiornamenti dall’esterno”