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Intimidazione a imprenditore sotto scorta: due inseguiti dai carabinieri, svolta vicina

 

 

CASTEL VOLTURNO/MONDRAGONE. L’ ex vicesindaco di Mondragone e Aversa, Benedetto Zoccola, ha denunciato di essere rimasto vittima di una intimidazione nella serata di ieri, mentre tornava a casa con la scorta, a Castel Volturno.

 

Zoccola è sotto scorta dei carabinieri da quasi 10 anni, poichè in passato, come imprenditore, ha presentato denunce contro esponenti del clan Gagliardi-Fragnoli-La Torre, attivo a Mondragone., facendoli condannare. Per questo ha subito altri attentati. “Mentre tornavo a casa – ha riferito Zoccola – si sono avvicinati alla nostra auto due uomini in scooter, uno dei quali ha brandito una pistola, che ha poi riposto nel pantalone. Entrambi avevano i caschi, ma ho riconosciuto il volto di quello che aveva l’ arma;. I carabinieri che erano con me in auto non hanno potuto inseguirli, perchè dovevano proteggermi”. “Speravo che non mi accadessero più cose del genere, ma continuerò a restare nella mia terra”, aggiunge l’ imprenditore. Dal giugno 2020, Zoccola è consigliere comunale nel paesino calabrese di San Luca (Reggio Calabria), noto per la sanguinosa faida di ‘ndrangheta .

 

L’ ex vicesindaco di Mondragone e Aversa ha ricevuto attestati di solidarietà. “Mi ha fatto molto piacere – ammette – perché ho avvertito la presenza forte dello Stato. Senza i carabinieri, che mi proteggono da dieci anni, non mi sentirei sicuro”. Il sindaco di Aversa Alfonso Golia ha espresso solidarietà “all’amico Benedetto Zoccola per l’intimidazione subita”. “Mi auguro che le forze dell’ordine facciano presto piena luce su quanto accaduto”, ha aggiunto il sindaco di Aversa”.

 

Solidarietà unanime

“Ieri sera un camorrista armato di pistola si è accostato all’auto che scortava Benedetto Zoccola, testimone di giustizia, imprenditore anticamorra sotto scorta dal 2012. Intimidazioni e minacce sono l’espressione massima di questi uomini appartenenti alle criminalità organizzate che sono il cancro del nostro Paese”. E quanto dichiara il regista Ambrogio Crespi. “Ciò che è avvenuto – aggiunge – dimostra quanto sia sempre più importante, ma soprattutto urgente, avviare un processo culturale di legalità contro le mafie a partire dalle scuole. I giovani devono prendere coscienza delle conseguenze che certe scelte di vita possono portare”. “Benedetto è un caro amico – conclude Crespi – e a lui va tutta la mia solidarietà e stima, insieme continueremo le nostre battaglie di legalità”.