Cervino. Giuseppe Carfora scende in campo con la lista Siamo Cervino, a sostegno del candidato sindaco Giuseppe Vinciguerra. Trent’anni, sposato, cresciuto a Messercola, imprenditore, è tra i primi sostenitori del progetto, che, nato anni fa, si è sviluppato nel tempo, raccogliendo sempre maggiori consensi e adesioni. Fortemente legato al territorio e alla sua comunità, il candidato spiega, con queste parole, la sua scelta di mettersi in prima linea e le caratteristiche del gruppo di cui è parte attiva fin dal principio:
“La squadra che si è unita attorno al candidato sindaco è frutto di un lungo cammino, fatto di proposte e visioni comuni; la nostra coesione, che è anche la nostra forza, ci vede compatti e determinati ad impegnarci ogni giorno per il nostro paese, a cui mancano beni e servizi essenziali, che sono, poi, le basi da cui dobbiamo necessariamente partire, per avere solide fondamenta su cui ricostruire Cervino e il nostro futuro. Ciò che ammiro di questa squadra, che mi porta ogni giorno ad essere orgoglioso di farne parte, è l’onestà con cui ci rivolgiamo ai nostri concittadini, presentandoci esattamente per ciò che siamo, con i nostri valori e la trasparenza delle nostre parole ed azioni. Abbiamo un programma che punta ad interventi immediati e finalizzati a rendere il paese, innanzitutto, vivibile; arriveranno anche le opere straordinarie, ma, ora, dobbiamo garantire ai cittadini una stabilità amministrativa e la possibilità di vivere in un contesto sano, sicuro e civile”.
Tra gli obiettivi, poi, grande attenzione è rivolta al territorio e al suo versante collinare, di cui il candidato, per passione e professione, è un ottimo conoscitore: “La nostra posizione geografica e le nostre colline – ha dichiarato – potrebbero assicurarci un grande sviluppo in termini ambientali, economici e turistici; alla nostra terra non manca nulla, se non la volontà di procedere alla sua corretta valorizzazione, che passa anche attraverso i suoi prodotti tipici e di altissima qualità, come l’olio, a cui manca ancora il dovuto riconoscimento europeo, che, con il marchio DOP, lo identificherebbe con la sua area di appartenenza, contribuendo a sostenerne la produzione con una ricaduta positiva sull’economia del paese. Una volta affrontate le necessità impellenti, tutto ciò che ruota attorno al nostro rilancio sarà oggetto di un impegno non solo personale, ma collettivo”.