La moneta da 50 lire in oro coniata nel 1864 sotto il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia è una delle più rare e ricercate dai collezionisti.
Nonostante la data, la moneta fu in realtà coniata solo tre anni dopo, nel 1867, e venne prodotta in soli 103 esemplari, di cui 12 esclusi dall’emissione e poi rifusi.
La monetazione nei primi anni del Regno d’Italia è articolata e complessa. Subito dopo la proclamazione dell’Unità, esattamente il 17 luglio 1861, entrò in corso la nuova moneta del Regno, la lira, che, tuttavia, iniziò a circolare sul territorio italiano mentre le monete locali continuavano ad avere corso legale nelle rispettive provincie di origine, situazione che durò fino all’agosto del 1862.
Nello stesso periodo, precisamente a partire dal 1865, il Regno d’Italia, insieme a Francia, Belgio e Svizzera, entrò a far parte della cosiddetta Unione Monetaria Latina. L’Unione consentiva la libera circolazione di valute diverse sul territorio degli Stati membri: ciò era possibile perché le quantità di metallo contenuto in ciascuna moneta erano uguali per ogni valuta.
Forse anche per questo motivo le 50 lire di Vittorio Emanuele II sono così rare. La moneta ha un peso di appena 16 grammi e un diametro di poco più di 27 millimetri. Al dritto, la presenta il ritratto del re contornato dalla scritta VITTORIO EMANUELE II e dalla data, 1864; al rovescio, invece, la moneta presenta lo stemma Sabaudo contornato dal collare dell’Annunziata tra rami dall’oro, la scritta REGNO D’ITALIA e il valore della moneta, L. 50.
Oggi, nella scala della rarità, la moneta è contrassegnata come R4, ovvero estremamente rara. Un esemplare battuto all’asta qualche tempo fa è stato aggiudicato per oltre 275.000 euro.