Nel 1231 l’Imperatore Federico II di Svevia (1194 – 1250) cominciò a emettere una nuova valuta oggi preziosa e molto rara, l’augustale d’oro, simbolo di un’età di rinascita e modernizzazione per il Regno di Sicilia.
In quell’anno, infatti, si era appena concluso un periodo di disordini e guerre. Papa Gregorio IX (1170 – 1241) aveva scomunicato l’Imperatore, poiché questi continuava a rimandare la crociata che aveva promesso di intraprendere contro i musulmani. Federico, però, nonostante la scomunica, partì lo stesso per l’Oriente a capo della Sesta Crociata, e riuscì a riconquistare Gerusalemme senza spargere sangue: un accordo pacifico stipulato con il sultano al-Malik al-Kāmil (1179 – 1238) bastò infatti a garantire che i Luoghi Santi e Gerusalemme tornassero ai Crociati.
Il Papa, tuttavia, non volle dar tregua all’odiato Imperatore, che minacciava il suo potere. Mentre Federico era ancora impegnato in oriente, scatenò un’assurda crociata contro di lui, alla quale, però, molti nobili italiani si astennero dal partecipare, per non tradire il loro sovrano. Al suo rientro in Italia, Federico riuscì a ristabilire l’ordine con le armi e a giungere, in fine, a un accordo col Papa, il Trattato di San Germano, che fu siglato ad Anagni nel 1230.
Ristabilita la pace sia con gli “infedeli” che con il pontefice, Federico poté finalmente dedicarsi a risolvere alcune importanti questioni giuridiche. Giunto a Melfi nel 1231, con l’ausilio del giurista e scrittore Pier della Vigna (1190 – 1249), Federico emanò il Liber Augustalis o Costituzioni di Melfi, un codice legislativo valido per il Regno di Sicilia, ancora oggi lodato dagli storici per la sua lungimiranza e modernità, destinato a portare una ventata di rinnovamento in tutto il Regno.
È in questo pacifico clima di rinascita che viene alla luce l’augustale, la preziosa moneta d’oro voluta da Federico II ed emessa dalle zecche di Messina e di Brindisi. L’incisore dell’augustale fu l’orafo messinese Balduino Pagano, che realizzò una moneta dal peso di 5,25 g. Al dritto, la moneta presenta il busto di Federico II incoronato d’alloro e la scritta ·CESAR AVG· ·IMP ROM·. Al rovescio, invece, l’aquila romana con le ali spiegate, simbolo del potere imperiale, e la scritta FRIDE RICVS.
Tuttavia, la pace difficilmente raggiunta iniziò a incrinarsi solo pochi anni dopo l’emissione dell’augustale. Nel 1234, infatti, Federico fu costretto a chiedere aiuto al Papa affinché incarcerasse il suo stesso figlio, Enrico, che si era ribellato contro di lui e che morirà a seguito di un suicidio pochi anni dopo. Inizia così il lento, ma inesorabile declino di Federico II di Svevia, che si concluderà con la disfatta di Parma (1248) e infine con la sua morte, avvenuta a Fiorentino di Puglia nel 1250.
L’augustale di Federico, simbolo di un’epoca di pace e prosperità, essendo una moneta rarissima, ha oggi un enorme valore, che si attesta a circa 20.000,00 euro.