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Vince il cashback: Compravo anche una banana alla volta

Nazionale. Vince il cashback: compravo anche una banana alla volta

 

 

La confessione shock

Il programma Cashback di stato attuato per inibire l’evasione fiscale ed incrementare i pagamenti con carta, ha fatto molto parlar di sé. Non solo in modo positivo, si è parlato soprattuto in modo negativo a causa delle azioni attuate da tutti coloro il quale fine era quello di rientrare nelle classifiche. Ciò ha scatenato l’ira degli esercenti che si sono trovati a pagare ingenti tasse per pochi euro, alcune volte anche per pochi centesimi. Questo perché i cosiddetti furbetti attuavano micro transazioni talvolta pari ad appunto pochi centesimi  pur di rientrare nella classifica finale del bonus. Ciò si evince d’ala confessione shock di un furbetto, appunto, che racconta cosa e come ha fatto per scalare la classifica.

 

All’inizio bastavano 4-5 transazioni al giorno per restare nelle parti alti della classifica. Usavo la carta di credito, Satispay e ho dato il bancomat a mia moglie”, spiega il fortunato. E da lì è stata una continua raffica di transazioni: “Li ho utilizzati tutte le volte che potevo. Dal fruttivendolo anche per tre banane, per dire, al bar per un caffè. Qualche volta qualcuno mi guardava male, sì, con la conseguenza che non ho più frequentato il suo locale. Nell’ultimo mese e mezzo – conferma l’uomo – è diventato sinceramente assurdo. Nell’ultima settimana per restare tra i primi 100mila sono stato costretto a fare anche una ventina di operazioni al giorno. Mio padre, che era anche lui in corsa per il super bonus, alla fine ha dovuto mollare”.  All’inizio tale programma era stato introdotto con lo scopi di incentivare pagamento con carta per cercar di inibire evasioni fiscali, ma col trascorrere del tempo si è rilevato una vera e propria arma egoistica poiché pur di ricevere il bonus finali sono state attuate procedure ed azioni ai danni di chi in questi anno ha già subito tante perdite.