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Madonna del Carmine, origine della devozione e di una tradizione passata

Sparanise. Rimane solo un “ricordo” la tanto amata “Fiera della Madonna del Carmine” che cadeva il 16 luglio di ogni anno, radunava in festa tutto il popolo di Sparanise e paesi limitrofi.

Gli abitanti di via de Renzis, via Garibaldi, via Vittime e Via Foresta non possono non ricordare la sera del 15 luglio di anni addietro quando incominciavano i preparativi per la festa del giorno dopo.

Un via vai di camion e furgoncini, di bancarellari che arrivavano per occupare il posto migliore la sera prima e durante la notte. Nessuno dormiva, neanche i più piccini, era per tutti un’emozione unica. Si udivano da lontano i versi degli animali provenienti dal rione foresta, si perché la tanto amata fiera era conosciuta anche per il commercio di cavalli, maiali, pecore, polli, galline, conigli.

Era per i ragazzi una gioia, un’emozione unica vedere “le giostre” (non quelle di oggi), c’erano: “le barche” costruite in modo rudimentale che oscillavano su pezzi di legno ricoperti di gomme per auto e non mancava una seconda piccola giostra a seggiolini più nota come “ù calcinculo”. Si collocavano sul terreno di proprietà della famiglia Trabucco dove vi si accedeva attraverso “a scalinatella” scala scavata nel terreno.

La mattina della fiera la festa non iniziava se non si comprava “u tumacciu” e se non si assaggiava “a rattata e limone” amata da grandi e piccini.

Con il passare degli anni molte cose sono cambiate, ma la tradizione fino a poco tempo fa era rimasta sempre la stessa:  “La Fiera della Madonna del Carmine” anche se si festeggiava con un piccolo mercatino diurno per alcune vie del paese, mentre la sera vicino le “Scalinatelle” il popolo sparanisano e non solo,  cantava e ballava.

Non si possono dimenticare le sfogliatelle di ogni tipo, dolci e salate della “Pasticcieria Rinascente”, “a pettula e fasul” offerta dalle famiglie del posto .  Tutti erano in festa. Una tradizione che rimarrà scolpita nella memoria e nel cuore di molti.

Anche quest’anno non sarà possibile portare in processione la “statua della Vergine” per far fronte all’emergenza da Coronavirus, per il secondo anno consecutivo, dunque, sarà celebrata una messa in onore della Vergine a cui il popolo è devoto.

Ma qual è la storia di questa ricorrenza del comune dell’Agro Caleno?

 

Grazie alla testimonianza di una cittadina, ho il piacere di raccontarvi la “Storia della Madonna Del Carmine” a cui è devoto il popolo di Sparanise.

Il ricordo è di una bambina oggi una donna che vuole condividere con i suoi concittadini questa storia.

Il signor Crescenzo Testa, in occasione dell’ arrivo dell’onomastico della moglie Carmela Testa,  decise di farle dono di una “statua della Vergine Maria”.   La signora stupita del grande dono, come si faceva uso in quel tempo prese la statua e la portò in Chiesa. Non passò molto tempo e la signora si ammalò di setticemia, una grave forma di infezione, costringendola a stare allettata per molti giorni.

Una donna di  Sparanise, secondo alcune testimonianze, fece un sogno premonitore su  Carmela Testa e ne mise subito a conoscenza i parenti. Infatti recatasi nel negozio “Testa”, la donna si rivolse alla signora Ada, figlia di Carmela,  alla quale raccontò il sogno.

 “Ho sognato la vostra Madonna, la Vergine Maria,  mi ha detto di toglierla dal luogo in cui si trova, se la sua richiesta sarà esaudita, concederà la grazia e  la guarigione a Carmela”.

All’udire queste parole, Ada insieme alle sorelle andarono a raccontare l’accaduto alla madre allettata che confermò di avere in suo possesso una statua della Vergine in chiesa avuta in dono dal marito. In quegli anni le statue che non erano esposte in chiesa venivano riposte in sacrestia sotto il campanile, proprio lì si trovava l’effigie della Vergine accantonata insieme a tante altre.

A pochi giorni da quel racconto la salute della donna iniziò a migliorare, fu allora che la famiglia Testa incaricò il loro amico fidato ”Giuseppe Pirone” di andare a prendere la statua è di portarla presso casa Testa in via Torretta, dove sarebbe rimasta per sempre.

Qui all’occorrenza veniva restaurata dal signor Carcaiso su commissione della signora Carmela.  

Durante  i festeggiamenti tutto il popolo in festa ogni 16 Luglio  si recava in processione per le vie del paese cantando “Viva Maria”.  Finita la festa la madonnina ritornava nel suo posticino. Anche se posta in una abitazione privata chiunque poteva recarsi a porgerle un fiore e dirle una preghiera.

Sono ricordi custoditi nel cuore che la giovane donna ha voluto condividere con chi da anni si è sempre chiesto quale fosse la vera storia di questa tanto amata Madonnina. Ringrazio la signora per aver condiviso con tutti questa storia.

Sono ormai diversi anni che la famiglia espone  in chiesa Madre  la statua dove tutto il popolo può recarsi a farle visita.