Skip to main content

Campania, protesta in carcere alla vigilia dell’arrivo di Draghi: “Non torniamo in cella”

 

REGIONALE. E’ terminata ieri sera nel carcere di Benevento la protesta di una novantina dei detenuti della Casa Circondariale, che si rifiutavano di tornare nelle celle. Spiega Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe: “Un consistente numero di detenuti hanno inteso manifestare, a nostro avviso pretestuosamente, sulle condizioni di detenzione e, in particolare, sulle modalità di svolgimento dei colloqui, assicurati comunque a tutti nonostante le limitazioni legati all’epidemia Covid 19. La protesta è per fortuna rientrata pacificamente ma sono stati momenti ad alta tensione gestiti al meglio dal Personale di Polizia Penitenziaria in servizio”.

 

Per il leader del Sappe “ormai è un bollettino di guerra: servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. Ogni giorno nelle carceri italiani succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre”, afferma Capece.

 

“La quotidianità professionale del Corpo di Polizia Penitenziaria non si contraddistingue affatto per violenza ma per operatori della sicurezza che sanno conciliare invece le attività di polizia con quelle di trattamento rieducativo. Ogni giorno giungono notizie di eventi critici tra le sbarre ed aggressioni a donne e uomini del Corpo in servizio negli Istituti penitenziari del Paese. E’ mai possibile che nessuno, al Ministero della Giustizia e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, abbia pensato di introdurre anche per la Polizia Penitenziaria ed i suoi appartenenti strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia taser e spray al peperoncino?”.

 

L’attesa della penitenziaria

La visita del presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e della ministra della Giustizia Marta Cartabia, oggi, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, è un segnale importante non solo “per mostrare che lo Stato c’è a chi nel carcere sta scontando una pena, ma anche per gli agenti della Polizia Penitenziaria”. Lo sottolineano, in una nota, il presidente nazionale e il segretario regionale dell’Unione dei Sindacati di Polizia Penitenziaria (Uspp), Giuseppe Moretti e Ciro Auricchio. I due sindacalisti auspicano che il ministro della Giustizia, “dopo i tragici eventi di Santa Maria Capua Vetere, imprima un cambio di rotta nel sistema di gestione della detenzione, anche per quello che concerne i detenuti con problemi psichiatrici”.

 

“Gli agenti di polizia Penitenziaria – concludono Moretti e Auricchio – rappresentano quelle forze buone dello Stato che con umiltà e spirito di sacrificio continuano a garantire l’ordine e la sicurezza negli istituti penitenziari nonostante la cronica carenza di organico che solo in Campania conta ben 600 unità in meno”.