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“Video ai media prima che a noi”: scontro coi legali degli agenti. Prime contestazioni per i filmati

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. È stato aperto per il reato di rivelazione d’atti d’ufficio il fascicolo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che vuole far luce sulla diffusione dei video da parte di organi di stampa, che riprendono i pestaggi di detenuti avvenuti al carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020.

Video, che essendo atti di un’indagine non ancora conclusa, non potevano essere diffusi, come previsto dal codice di procedura penale (articolo 114), che vieta “la pubblicazione, anche parziale o per riassunto, con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, degli atti coperti dal segreto o anche solo del loro contenuto”, e ciò almeno “fino a che non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell’udienza preliminare”.

 

Fatti che integrano gli estremi del reato di rivelazione d’atti d’ufficio (articolo 326 del codice penale), fattispecie che mira a punire “il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio che, violando i doveri inerenti alle funzioni o al servizio, o comunque abusando della sua qualità, rivela notizie di ufficio, le quali debbano rimanere segrete, o ne agevola in qualsiasi modo la conoscenza”. La punizione è da sei mesi a tre anni.

 

Protestano gli avvocati

“Da oltre dieci giorni noi difensori aspettiamo di avere questi video, che invece notiamo continuano ad uscire sui media”. Lo afferma l”avvocato Giuseppe Stellato, che difende alcuni indagati dell’inchiesta sul pestaggio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere tra cui l’ex capo dei poliziotti penitenziari.

 

Un altro avvocato, Rossana Ferraro, legale di un agente scarcerato ieri dopo nove giorni di carcere dallo stesso Gip che lo aveva spedito in cella, spiega che “la prudenza ed il rispetto delle regole giudiziarie devono presiedere come corollari di legalità. Le indagini sono sorrette dal principio di segretezza di cui all’articolo 114 codice di procedura penale, e qualsiasi fuga indebita di notizie riservate è dannosa non solo per la ricostruzione obiettiva dei fatti, ma anche perché può fomentare pregiudizi sociali ed avventate conclusioni. I video trasmessi nel web fotografano solo una parte della realtà storica, che deve essere ancora ricostruita dagli inquirenti nelle opportune sedi”.

 

“L’importante è il contenuto”

“Confido che la magistratura chiarisca se qualche pubblico ufficiale ha illecitamente favorito la diffusione dei video che riprendono i pestaggi al carcere di Santa Maria Capua Vetere, ma resto convinta che non bisogna spostare l’attenzione dal contenuto dei video alla loro diffusione”.

 

È quanto afferma la garante dei detenuti della provincia di Caserta Emanuela Belcuore, che interviene sulla decisione della Procura della Repubblica guidata da Maria Antonietta Troncone di aprire un fascicolo per rivelazione d’atti d’ufficio in relazione alla diffusione e pubblicazione dei video interni al carcere che riprendono i pestaggi dei detenuti. “Credo che concentrarsi sui contenuti – aggiunge – sia utile tanto ai detenuti quanto agli stessi agenti della polizia penitenziaria” conclude la Belcuore.

 

 

IL VIDEO