CANCELLO ARNONE. Su richiesta di questa Procura della Repubblica, il GIP del locale Tribunale ha emesso, in data 30 giugno 2021, il decreto di sequestro preventivo della condotta fognaria di Cancello Arnone, per l’ipotesi di reato di cui all’art. 452-bis c.p., conseguente all’omessa manutenzione ed esecuzione di lavori necessari ad assicurare l’adeguato funzionamento dell’impianto di collettamento dei reflui urbani dei Comuni di Grazzanise, Santa Maria La Fossa e Cancello e Arpone con conseguente collassamento del collettore in più tratti e compromissione e deterioramento delle acque, del suolo e del sottosuolo causati dalla dispersione dei reflui urbani.
Nella giornata del 6 luglio 2021, i Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Caserta hanno dato esecuzione al citato decreto e contestuale nomina dei custodi giudiziari, individuati nelle persone dei sindaci p.t. dei comuni di Cancello e Arnone, Grazzanise e Santa Maria La Fossa. L’odierno provvedimento trae origine dalle indagini coordinate da questa Procura della Repubblica ed incentrate sulle criticità ambientali, ormai annose, causate nel comune di Cancello e Arnone e nelle zone limitrofe dal collassamento del citato collettore fognario (che si snoda su di un percorso rettilineo di circa 6 chilometri lungo la strada provinciale di Santa Maria a Cubito nel comune di Cancello e Arnone, connettendo la rete fognaria con il depuratore di Villa Literno).
Quest’ultimo era stato concepito allo scopo di canalizzare i reflui provenienti oltre dal citato comune (articolato su due macro aree urbane, Cancello ed Arnone poste rispettivamente sul lato destro e sinistro del fiume Volturno) anche da quelli di Grazzanise e Santa Maria la Fossa, tramite un sistema di pompe di sollevamento che, convogliandoli nella condotta, li avrebbe dovuti spingere verso l’impianto di depurazione Regi Lagni nel comune di Villa Literno. Le investigazioni hanno consentito di acclarare che, causa il collassamento del collettore fognario, i reflui dei citati comuni confluivano in canali di bonifica, affluendo, senza alcuna depurazione, nel corpo idrico dei Regi Lagni e da lì in mare, con grave nocumento per l’ambiente e pericolo per la salute pubblica.