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Mattanza, funzionari volevano modificare i video choc. Indagati muti agli interrogatori

 

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. Proseguono anche oggi gli interrogatori di garanzia dei 52 agenti della polizia penitenziaria raggiunti da misure cautelari per i pestaggi di detenuti avvenuti il 6 aprile 2020 al carcere di Santa Maria Capua Vetere.

 

A differenza dei primi tre giorni in cui sono stati sentiti dal Gip Sergio Enea in totale 26 indagati (alla media di quasi nove al giorno), oggi erano in calendario sei interrogatori. I primi quattro, tutti assistiti dall’avvocato Angelo Raucci, si sono seduti brevemente di fronte al Gip: si tratta degli agenti colpiti dalla misura interdittiva della sospensione dal lavoro Giovanni Di Benedetto, Maurizio Soma, Alessio De Simone e Stanislao Fusco.

 

 

Tutti i sono avvalsi della facoltà di non rispondere, rendendo brevi dichiarazioni spontanee, in cui hanno per ora genericamente respinto le accuse.

 

Ormai è delineata la strategia difensiva degli agenti destinatari di misura cautelare (otto sono in carcere, 18 ai domiciliari, 23 sono stati raggiunti da misure di sospensione e tre dall’obbligo di dimora): sui 30 poliziotti sottoposti finora ad interrogatorio di garanzia, quasi tutti, con qualche eccezione anche di rilievo, relativa per esempio all’ex agente finito in carcere Angelo Bruno, hanno scelto la strada del silenzio, ovvero di non rispondere alle domande del Gip ma di dire solo brevi parole per chiarire subito la propria posizione di fronte ad eventuali responsabilità. Quando gli avvocati acquisiranno i video interni al carceri che sono stati decisivi per il riconoscimento degli agenti e l’attribuzione degli addebiti – sui video è stata fatta richiesta nei giorni scorsi – allora la strategia potrà cambiare.

 

I filmati choc

Tra gli episodi di depistaggio emersi nell’indagine sulle violenze nei confronti dei detenuti commesse dagli agenti della Penitenziaria al carcere di Santa Maria Capua Vetere, secondo l’accusa ci fu anche il tentativo di modificare i video delle telecamere interne per falsare la rappresentazione della realtà del 6 aprile 2020, giorno dei violenti pestaggi. Protagonisti, come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare, i massimi funzionari dell’amministrazione penitenziaria in Campania, ovvero l’allora comandante Pasquale Colucci e il Provveditore campano Antonio Fullone, il primo ai domiciliari, il secondo sospeso.