AVERSA. Un imprenditore era stato preso a schiaffi perchè si era rifiutato di pagare la tangente su alcuni lavori. Ad un altro hanno fatto capire di avere a disposizione una pistola e di non farsi scrupoli ad usarla.
Sono questi i metodi emersi dall’indagine che ieri ha portato ad un nuovo provvedimento restrittivo nei confronti di Giovanni Natale e Luigi Cirillo, già arrestati in flagranza di reato. Nei confronti dei due è scattata ora anche un’ordinanza di custodia in carcere “tentata estorsione continuata in concorso”, con l‘aggravante “dall’aver agito con metodo mafioso”.
Il provvedimento scaturisce da una più ampia attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, condotta attraverso intercettazioni telefoniche ed ambientali, servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ed assunzione di informazioni che hanno permesso di cristallizzare gli elementi a carico degli indagati i quali, in concorso tra loro, presentatisi presso due cantieri edili dislocati nei centri urbani di Aversa e Lusciano: dapprima cercavano insistentemente di incontrare i titolari delle imprese edili; successivamente, entrati in contatto con costoro, con atteggiamento minaccioso, tentavano di estorcere somme di denaro, non meglio quantificate, in nome e per conto degli “amici di Aversa e Casale”; aggredendo fisicamente, in una delle due circostanze, una delle due vittime.
Le richieste estorsive non venivano portate a compimento a causa della resistenza opposta da entrambe le vittime le quali denunciavano tali eventi presso i Comandi sul territorio dell’Arma dei Carabinieri. Denunce decisive per delineare un ampio quadro sulla “ripartenza” post-Covid del clan.