PARETE. Resterà in carcere per tutta la vita Ciro Guarente, l’ex marinaio accusato di aver ucciso e poi fatto a pezzi per gelosia il 25enne di Parete, Vincenzo Ruggiero. La Corte di Cassazione ha confermato infatti l’ergastolo inflitto in primo grado e poi ribadito in Appello per il 39enne.
L’attivista gay venne ucciso a colpi di pistola da Guarente e poi fatto a pezzi. Il cadavere così ridotto fu nascosto in autolavaggio del quartiere napoletano di Ponticelli, e trovato sotto un massetto di cemento nel punto dove solitamente c’era il cane da guardia. Il movente che ha armato la mano del 39enne sarebbe stata la gelosia dovuta alla circostanza che la sua compagna da qualche tempo conviveva con Ruggiero, con cui peraltro era legata solo da un’amicizia.
Secondo la ricostruzione della Procura Guarente sparò prima due volte dall’alto verso il basso, in quanto Ruggiero si era inginocchiato nel tentativo di difendersi; quindi esplose un terzo colpo alla schiena della vittima, che è poi deceduta. La difesa di Guarente, rappresentata dal penalista Dario Cuomo, aveva chiesto alla Suprema Corte di rideterminare la pena almeno per evitare l’isolamento diurno.
Nella foto da sinistra Ciro Guarente e Vincenzo Ruggiero