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Monete rare: ecco quanto si può guadagnare

Nazionale, Dopo il passaggio dalle lire all’euro, molti nostalgici hanno deciso di conservare alcune  vecchie monete in ricordo di un’epoca ormi trascorsa; nessuno si spettava che esse potevano divenire una nuova fonte di guadagno. Ecco tutto ciò che c’è da sapere.

 

 

Una testimonianza del passato

Le vecchie lire presentano, per molti, una testimonianza di un’ epoca ormai remota; per tal motivo quando ci fu il  cambio definitivo ed il passaggio all’euro, molti  decisero di conservare e tener per se alcune monete. Oggi però,  ciò potrebbe portare un’ enorme beneficio poiché quelle stesse monete, che alcuni hanno posto nel dimenticatoio, potrebbero esser oggetto di guadagno. Tante infatti sono le monete ricercate dai collezionisti, che tendono ad acquistare quelle ritenute rare e poterle inserire all’interno della loro collezione. Ciò che conferisce valore a tale monete sono differenti fattori come: errori di conio, se si tratta di monete commemorative, la quantità  dei pezzi messi in commercio, l’intervallo di tempo in cui sono state coniate,  ed il contesto storico in cui sono state coniate. Come si possono riconoscere le monete ritenute rare? Ecco, vi presentiamo una lista.

 

Monete rare

10 lire del 1946. La moneta antica in lira italiana con il valore più alto che può arrivare a superare anche i 6 mila euro.
10 lire del 1947, il cui valore ad oggi può superare i 4 mila euro. Essa raffigura un cavallo alato da una parte e un ramo d’olivo dall’altro.
5 lire del 1956, che possono valere fino a 2 mila euro. Assumono tale valore poiché sono state coniate in un quantità limitata, infatti si hanno solo 4000 esemplari.
50 lire del 1958, valgono 2 mila euro. Di questa moneta, ricordiamo, sono stati prodotti solamente 800 mila esemplari.
2 lire del 1947 che oggi assume un valore pari a 1800 euro.
5 lire del 1946 valgono 1200 euro. Ad essere considerata rara, ricordiamo, è la versione realizzata in Italma, una lega metallica a base di alluminio, manganese e magnesio.