SAN CIPRIANO D’AVERSA. Verte sulla famiglia Diana l’inchiesta che oggi ha portato ad eseguire decine di arresti anche in provincia di Caserta. Le indagini della Dda lucana rappresentano un filone autonomo dell’inchiesta ‘febbre dell’oro nero’ relativa a un vasto contrabbando di idrocarburi. “Nel corso delle captazioni – spiega in una nota il procuratore Francesco Curcio – era emerso in forma assolutamente chiara l’impegno di Raffaele Diana, gia’ coimputato assieme a Cardiello nelle indagini Re Mida e Cassiopea, di agevolare l’ex compagno di affari nella ricerca di nuovi siti di illecito stoccaggio e sversamento per rifiuti pericolosi, frutto di lavorazione industriale”.
Per Diana, oggi in arresto nell’ambito di una inchiesta delle procure di Taranto e Potenza su un contrabbando di oli minerali con accordi tra clan campano/lucani e tarantini, non sono “stati acquisiti gravi indizi di colpevolezza” in questa indagine, ma gli accordi iniziali tra lui e Cardiello hanno consentito di aprire un nuovo fronte di indagine nei confronti dell’ex Re Mida, ritenuto, “sia per capacita’ che per rilievo criminale”, in grado di gestire una nuova organizzazione completamente autonoma nel traffico di rifiuti, con proiezioni verso territori sino ad ora inesplorati dalle organizzazioni criminali operanti nel settore. Cardiello avrebbe avuto l’esigenza di individuare, nel Vallo di Diano e nelle aree limitrofe della Basilicata e della Puglia, nuovi terreni che non destassero particolari sospetti e che fossero ben collegati con gli assi viari principali per facilitare le operazioni di trasporto. Gli investigatori hanno, quindi, circoscritto presunti comportamenti illeciti che sarebbero riconducibili alle lavorazioni di una societa’ di Polla (Salerno), la Pra.Cal., operante nel settore del ferro e dell’alluminio, e di un’altra di Sant’Arsenio, la Betonval, gia’ operante nel settore del cemento.
L’arresto
Non sono mancati i momenti di tensione nel corso dell’operazione. Diana, 55 anni, si è sentito male dopo il blitz ed è stato, dopo portato in ospedale per alcuni accertamenti. Nell’inchiesta sono stati coinvolti anche i figli di Raffaele Diana, Giuseppe e Vincenzo.
Dall’attività di indagine è emerso che Diana era finito nel mirino al punto da essere stato individuato come bersaglio di un piano omicidiario, poi fortunatamente fallito: era stato assoldato pure un killer.