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“Uccisi dal figlio per aver difeso l’anziano che accudivano”: i retroscena della casa dell’orrore

 

SAN MARCO EVANGELISTA/SAN MARCELLINO. E’ “provata l’esistenza di suoi sentimenti di ostilita’ nei confronti degli scomparsi”. Ed ancora non si puo’ “ritenere credibile l’ipotesi di un loro allontanamento volontario”. Nelle parole del procuratore generale di Catania Roberto Saieva i motivi che lo hanno condotto ad emettere un decreto di fermo nei confronti nei confronti di Giampiero Riccioli, 50 anni, per omicidio e soppressione di cadavere. Il 12 maggio 2014 avrebbe ucciso Alessandro Sabatino, 40 anni e Luigi Cerreto, 23 anni, rispettivamente di San Marcellino e San Marco Evangelista, che lavoravano nella villa come badanti del padre ottantenne: li aveva assunti lui.

 

I motivi, dicono gli inquirenti, sono da ricercare probabilmente nell’atteggiamento dei due badanti che avrebbero preso le difese dell’anziano, che secondo quanto ha riferito l’amministratrice di sostegno veniva lasciato con poco cibo e senza medicine dal figlio. Gli agenti della squadra mobile di Siracusa, coordinati dal dirigente Gabriele Presti, ieri hanno ritrovato nella villa di Riccioli in contrada Tivoli, a dieci chilometri da Siracusa, dei resti umani.

 

“Le ricerche hanno consentito di individuare i resti di due persone sepolte nel terreno di pertinenza della villetta di Giampiero Riccioli, la stessa nella quale i due giovani soggiornavano al momento della loro scomparsa – spiega ancora il procuratore Saieva – Sui resti sono in corso i necessari accertamenti medico-legali, ma il rinvenimento ha permesso di completare ii quadro indiziario a carico dell’indagato”. La polizia ha iniziato nuovamente martedi’ scorso a scavare nel terreno alla presenza del cinquantenne, che pero’ il giorno dopo si e’ allontanato dalla sua abitazione. Forse perche’ aveva capito che questa volta era stato individuato il punto giusto. L’altra sera pero’ l’uomo e’ stato rintracciato dalla polizia. Ad un metro e mezzo di profondita’, in una sorta di pozzo, e’ stata ritrovata una busta con indumenti. Solo l’esame del dna potra’ dare le conferme. Ma per le famiglie degli scomparsi e’ stata una volta decisiva.

 

“Le famiglie non si sono mai arrese – dice l’avv. Daniele Scrofani – C’e’ amarezza per gli anni persi nei quali si sono avvicendati ben tre magistrati. Per ben due volte ci siamo opposti all’archiviazione ed abbiamo chiesto l’utilizzo del georadar. Da parte di Riccioli c’e’ stato un maldestro tentativo di depistaggio ma era chiaro che bisognava cercare nella villa”. Le indagini, dirette dal sostituto procuratore generale Rosa Miriam Cantone, erano state avocate dalla Procura generale etnea nel settembre 2020. Sabatino e Cerreto il 12 maggio 2014 avevano interrotto ogni comunicazione telefonica, non avevano avuto piu’ alcun contatto con i loro familiari, non erano stati segnalati in alcun luogo. Il procuratore Saieva ha evidenziato che “le indagini iniziate tardivamente, in quanto solo il 16 gennaio 2015 era stata formalmente denunciata presso il commissariato di Aversa la scomparsa dei due giovani da parte dei familiari, si erano presto orientate nei confronti di Riccioli”, che non aveva fornito “una versione attendibile in ordine alle circostanze della loro partenza”.