CAPODRISE. Dopo i tre nipoti del boss e le loro “contabili”, anche l’imprenditore capodrisano Paolo Siciliano, patron dei supermercati Pellicano, e’ stato scarcerato nell’ambito dell’indagine della Dda di Napoli sull’infiltrazione del clan Zagaria nel business dei supermercati. Siciliano, ‘re’ della distribuzione alimentare con noti marchi e numerosi punti vendita tra Caserta e Napoli, considerato il socio di Filippo Capaldo, nipote del capo dei Casalesi Michele Zagaria, e’ infatti tornato in liberta’ su decisione del Tribunale del Riesame di Napoli, cui si erano rivolti i legali dell’imprenditore, Claudio Sgambato e Federico Simoncelli.
La mossa decisiva
Decisivo per la scarcerazione di Siciliano è stato il memoriale difensivo presentato dopo l’interrogatorio di garanzia nel quale l’imprenditore si era difeso rigettando le accuse ma non entrando nello specifico. Nell’istanza al Riesame è stato evidenziato come i rapporti fossero tra Siciliano e i Capaldo fossero nati 20 anni fa quando i nipoti di Zagaria erano agenti di commercio di marchi di latte importanti, “indispensabili” per la catena dei supermercati di Siciliano. Proprio alla luce di questi rapporti viene motivato il versamento della somma di 30mila euro e i ruoli occupati da Capaldo.
Il rapporto coi Capaldo
Filippo Capaldo ha lavorato per la Distribuzione Siciliano dal maggio 2014 al novembre 2015 come addetto alla gestione del personale, mentre il fratello Nicola è stato per 8 mesi direttore del punto vendita di Chiaiano. A decidere la scarcerazione di Sicliano è stato un collegio giudicante diverso da quello che l’otto febbraio scorso aveva deciso di annullare l’ordinanza di custodia cautelare in carcere e, dunque, scarcerare, i fratelli Filippo, Nicola e Mario Francesco Capaldo (figli di Beatrice Zagaria, sorella di Michele), le due contabili Michela Di Nuzzo e la madre Viola Ianniello, e il marito della prima, Giovanni Merola; una pronuncia che come quella di ieri sera relativa a Siciliano, da’ un “colpo” importante alla tenuta dell’indagine dell’antimafia napoletana. L’inchiesta della Dda aveva portato ad otto arresti il 22 gennaio scorso, ma in pochi giorni il Riesame ha annullato tutte le misure cautelari. Per gli inquirenti negli anni Filippo Capaldo, ritenuto l’erede del boss Zagaria, sarebbe entrato in societa’ con Siciliano, gestore di decine di supermercati, costituendo, intestandole a prestanomi, diverse societa’ produttrici di beni alimentari che rifornivano i supermercati, controllate di fatto dai fratelli di Filippo.