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La folle fuga del ras: “Mia vita è finita”. Stava per scappare in Spagna con 4 telefonini

 

CASAL DI PRINCIPE/ACERRA. “La mia vita e’ finita, 30 anni di carcere, non ce la faccio…”. E’ durata 24 minuti la trattativa tra il tenente colonnello Salvatore Sferlazza e il ricercato Francesco Cirillo, ritenuto affiliato al clan dei Casalesi e condannato – in via definitiva – a 30 anni di reclusione per l’omicidio dell’imprenditore Domenico Noviello, che si era ribellato alla camorra.

 

L’ufficiale, affacciato al balcone, dopo avere chiesto ai colleghi di allontanarsi, ha cercato in tutti i modi, riuscendoci, a rassicurare Cirillo, che per sfuggire alle manette si era rifugiato sul tetto dell’abitazione di via George Sand, zona residenziale del quartiere Spiniello, dove e’ stato scovato dai militari dell’arma e dagli agenti della Polizia di Stato di Caserta. Gli investigatori non escludono che Cirillo stesse per scappare all’estero: in casa e’ stata trovata una carta d’identita’ valida per l’espatrio (adesso gli viene contestato anche questo reato) e ben quattro cellulari.

 

Non si esclude che la destinazione potesse essere la Spagna. Le indagini proseguono, per identificare e valutare eventuali responsabilita’ in relazione al reato di favoreggiamento.