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Covo del latitante, indagini su una famiglia insospettabile. La rete di protezione del ras

 

CASAL DI PRINCIPE/ACERRA. Assicurato alla giustizia Francesco Cirillo ora l’obiettivo degli investigatori è far luce sulla rete di protezione della quale ha goduto “Pascalino Cosciafina”.

Cirillo e’ stato sorpreso in un’abitazione del rione Spiniello ad Acerra (tra via Sand e via Kuliscioff) dove risiede una famiglia composta da tre persone, tutte incensurate, padre – assente al momento del blitz – madre e figlia; le posizioni dei coniugi sono al vaglio degli inquirenti. Cirillo, vistosi scoperto, ha provato disperatamente a fuggire ancora, arrampicandosi sulla facciata del palazzo per raggiungere il terrazzo di un’altra abitazione, dove e’ stato bloccato.

Nei due mesi di fuga – e’ emerso dalle indagini – Cirillo, che ha moglie e due figli, ha cambiato parecchie dimore, quasi sempre tra Caserta e Napoli; in una circostanza l’esponente dei Casalesi ha trovato ospitalita’ in un’abitazione di Roma, poi e’ sempre tornato nei suoi territori. Per Cirillo ora si aprono le porte del carcere dopo un iter processuale travagliato, con la condanna definitiva arrivata dopo ben due pronunce della Corte d’Appello di Napoli – la prima era stata di assoluzione – e della Cassazione. Noviello fu massacrato con decine di proiettili, il 16 maggio del 2008 a Castel Volturno, dai killer dei Casalesi agli ordini del sanguinario boss Giuseppe Setola. Cirillo non fece parte del commando, ma partecipo’ alla pianificazione del delitto e soprattutto ne rappresento’ il “pretesto”, come dichiarato dallo stesso Setola durante il processo. Cirillo infatti era stato condannato nel 2001 per estorsione grazie alla denuncia proprio di Domenico Noviello e del figlio Massimiliano (tuttora sotto scorta). Cosi’ nel 2008, quando Setola avvio’ la stagione nel terrore nel Casertano, e decise di vendicarsi tra gli altri di imprenditori coraggiosi, scelse come bersaglio proprio Noviello, con l’obiettivo di vendicarsi e fare cosi’ un favore a Cirillo.

Il plauso del ministro

Il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, esprime soddisfazione per l’arresto, ad Acerra, con una operazione della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Napoli, di Francesco Cirillo, latitante dallo scorso novembre dopo la condanna definitiva a 30 anni per l’omicidio, nel 2008, di Domenico Noviello, imprenditore che si era ribellato al racket. La titolare del Viminale evidenzia che la cattura costituisce “il risultato dell’azione congiunta di magistratura e forze di polizia in territori difficili per affermare la legalità ed assicurare alla giustizia i latitanti. Una risposta concreta dello Stato che conferma, ancora una volta, l’impegno profuso da tutte le istituzioni per tutelare i cittadini e tutti gli imprenditori che coraggiosamente si oppongono alla pressione criminale”.