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Bingo e clan, imprenditore assolto dopo 8 anni: suo fratello si uccise dopo blitz

 

 

AVERSA/TEVEROLA. La terza sezione penale del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha assolto dall’accusa di associazione mafiosa e intestazione fittizia di beni riconducibili al clan dei Casalesi, l’imprenditore Luciano Cantone, secondo gli inquirenti della DDA di Napoli (pm Maurizio Giordano) legato ai fratelli Francesco e Massimo Russo, che, per gli investigatori, gestivano gli affari illeciti della fazione “Schiavone” della cosca, tra Teverola e Aversa, nel Casertano.

 

Le stesse accuse erano state rivolte anche a Mario Cantone, fratello di Luciano, che si suicido’, impiccandosi, nel febbraio del 2014, nel carcere di Santa Maria Capua Vetere dove era recluso dal giugno 2013, dopo l’arresto nell’ambito di una vasta operazione anticamorra.

 

Assolti anche tre collaboratori di Cantone, Luca D’Errico, Ferdinando Galluccio e Anita Turro, anche loro difesi dai due legali dell’imprenditore, gli avvocati Francesco Liguori e Francesco Angelino. Ad accusare i fratelli Cantone fu il collaboratore di giustizia Nicola Schiavone, figlio del capoclan Francesco Schiavone, detto “sandokan”.