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Marotta sotto torchio: “Chiedo scusa a tutti, ora penso solo a mio figlio”. Dalla gelosia alla follia

 

SAN FELICE A CANCELLO. Il volto provato. La voce sofferente per quelle immagini tremende che nella sua mente tornano ogni istante. La brutalità delle sue azioni lo tormenta al punto che Michele Marotta ieri ha provato a togliersi la vita nel tentativo estremo e assurdo di pareggiare il conto con la vita di sua moglie Maria, spezzata tragicamente dalla sua pistola ad appena 33 anni.

 

Ventiquattro ore dopo il tentato suicidio e quarantotto ore dopo il delitto, il 34enne imbianchino è comparso davanti al gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere per l’interrogatorio di garanzia. Marotta ha replicato la confessione resa ai carabinieri partendo però dalle parole che gli sono uscite prima dalla mente che sta emergendo dalla nebbia di quella violenza cieca: “Chiedo scusa, chiedo scusa a tutti e soprattutto a mio figlio. Ora è lui il mio unico pensiero. Non volevo farlo”.

 

Marotta, assistito dagli avvocati, Stefania Pacelli e Rosa Piscitelli, ha poi ripercorso quanto accaduto quella drammatica mattina di mercoledì confermando il movente della gelosia e sostenendo di aver scoperto della nuova relazione della moglie. Il gip ha ovviamente confermato la misura del carcere per lui, facendo però decadere l’aggravante della premeditazione: l’orrendo delitto sarebbe avvenuto in un raptus, all’interno di una mattinata che era partita con auspici diversi rispetto al dramma che ha stravolto la vita di due famiglie e quei tristi giorni della comunità sanfeliciana.

 

Il delitto

Anche nel corso dell’interrogatorio l’operaio ha riferito di aver agito per la sua forte gelosia anche se ha portato con sè la pistola, peraltro regolarmente detenuta, facendo ipotizzare all’inizio che potesse anche avere già in mente l’epilogo cruento che ha poi effettivamente avuto luogo. Una versione che il gip ha parzialmente rivisto.

La lite in auto

La coppia – come raccontato dal 34enne già dopo l’arresto  – è uscita ieri mattina in auto per alcune commissioni, e subito avrebbe iniziato a litigare; a Michele sembra non andasse il comportamento che la moglie aveva avuto con un altro ragazzo. Dopo poco il 34enne si è diretto verso casa; “voglio stare sola” gli avrebbe detto Maria, così lui si è recato dietro casa, in un’area di campagna isolata, a ridosso di una collina. Qui il litigio sarebbe continuato con ancora piu’ forza, e ad un certo punto Michele ha estratto l’arma e ha fatto fuoco 5-6 volte. Maria e’ morta quasi sul colpo.

La resa

In preda alla confusione, il 34enne ha fatto un paio di telefonate ad un parente e ad un amico per dire cosa aveva combinato, quindi e’ andato a casa, dove ha informato i carabinieri. “Venitemi a prendere, ho ucciso mia moglie” queste le parole scandite al telefono da Michele Marotta. In pochi minuti i militari, che gia’ si erano gia’ attivati in quanto allertati da alcune persone che avevano udito gli spari, sono piombati nella sua abitazione, e hanno raccolto la sua confessione. La coppia aveva un figlio di sei anni, che per ora è stato affidato ai nonni materni.

I funerali

Sabato intanto sarà il giorno del dolore per la povera Maria Tedesco: i funerali saranno celebrati a mezzogiorno di domani nella chiesa del Corpus Domini di Maddaloni, città di origine della vittima.