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Trema il “sistema” delle palazzine Iacp, si pente l’ex di lady Bellagiò

 

Trema il “sistema” delle palazzine Iacp, si pente l’ex di lady Bellagiò

 

SANTA MARIA CAPUA VETERE. C’è un nuovo collaboratore di giustizia che fa tremare il “sistema” del rione Iacp. Nell’ultima udienza a carico di Sonia Del Gaudio sono state infatti depositate delle dichiarazioni rese da Plinio Restelli, 35 anni.

 

Lo si apprende dall’edizione odierna di “Cronache”. L’uomo venne coinvolto nella maxi retata del dicembre 2019 che sgominò l’organizzazione che gestiva lo spaccio nelle palazzine Iacp di Santa Maria Capua Vetere e che faceva capo alla famiglia Del Gaudio conosciuti come i “Bellagiò”.

 

Il 35enne, ex titolare di una pizzeria, secondo quanto affermato dal pentito Pasquale Fava, ebbe anche una relazione con Sonia Del Gaudio. Al centro delle sue prime dichiarazioni ci sarebbe proprio l’organizzazione dello spaccio, minata in questi anni da arresti in serie e pentimenti eccellenti.

 

Già nell’indagine di un anno fa erano emersi diversi aspetti interessanti come il ruolo dei pusher, vincolati all’acquisto della droga da spacciare dal gruppo dei Del Gaudio ed al prezzo dagli stessi imposto, provvedevano poi a distribuirla ai propri clienti attraverso il sistema del lavoro “a privato”, cedendo le singole dosi di stupefacenti a favore di clienti consumatori, dietro ordinazioni a mezzo telefono; la consegna degli stupefacenti, previa acquisizione del prezzo pattuito, avveniva in luoghi concordati del comune sammaritano (come all’esterno dell’anfiteatro campano, oppure di noti bar) e dei paesi limitrofi;  uno dei partecipanti, uomo di fiducia del capo-promotore, si occupava anche di recuperare le somme inerenti alla cessione dello stupefacente dai singoli pusher.

 

I contenuti delle conversazioni captate, che avvenivano attraverso un linguaggio criptico e convenzionale, decodificato dai Carabinieri (lo stupefacente veniva indicato facendo ricorso a termini del tipo “auto”, “macchine”, “scarpe”, “tuta”, “telefoni”), consentirono di appurare e fotografare le modalità con cui gli indagati realizzavano l’illecita attività.