Skip to main content

Città blindata per i funerali del boss ucciso

 

Città blindata per i funerali del boss ucciso

VALLE CAUDINA. De Paola è tornato in una San Martino blindata per l’estremo saluto. Una San Martino Valle Caudina silenziosa e blindata ha accolto la salma di Orazio De Paola.

Nella tarda mattinata di ieri il questore di Avellino aveva stabilito regole precise per le esequie del 58enne ucciso in via Castagneto, con sette colpi di pistola. Le esequie non si dovevano svolgere in chiesa, ma all’interno del cimitero, individuato dai familiari. Vietato anche qualsiasi tipo di corteo funebre e alla breve cerimonia potevano partecipare solo i congiunti più stretti. E così è stato, ma i familiari non erano per nulla soli.

Decine e decine di rappresentanti delle forze dell’ordine, in divisa ed in borghese, hanno vigilato perché il tutto si svolgesse senza tensione. Si temono ripercussioni, raid improvvisi e le forze dell’ordine non mollano di un millimetro la disposizioni di sicurezza che avvolgono San Martino dalla mattinata di martedì otto settembre. Le esequie potevano rappresentare un momento di allarme rosso e così, la loro celebrazione in forma privata ha sottratto qualsiasi motivo di tensione.

Con la sepoltura di Orazio De Paola e con l’arresto di Gianluca Di Matola, la vicenda non si può di certo considerare chiusa. Tanti ancora gli aspetti da chiarire, secondo gli investigatori dei carabinieri e secondo i magistrati della Direzione distrettuale antimafia bisogna scavare ancora a fondo. La scomparsa di De Paola, in modo tanto cruento, potrebbe far saltare equilibri che durano da 50 anni.