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Ex moglie scappa in Svizzera con l’altro e lui la minaccia, Bifone se la cava con poco: condannato per un solo reato

 

Ex moglie scappa in Svizzera con l’altro e lui la minaccia, Bifone se la cava con poco: condannato per un reato su tre

 

PORTICO DI CASERTA. Una sentenza che stravolge in buona parte il carico indiziario che aveva portato al suo arresto nell’agosto 2018. Pochi minuti fa la sezione del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, collegio A, presidente Stravino, ha emesso il suo verdetto nei confronti di Mario Bifone, commerciante e fratello dell’ex boss Antonio detto “Zuzù”. Al 55enne portichese, assistito dagli avvocati Angelo Raucci e Rosario Avenia  è stato inflitto appena 1 anno e 2 mesi di reclusione a fronte dei 7 anni e 6 mesi chiesti dal pubblico ministero al momento della requisitoria.

 

Rispondeva dei reati di stalking (atti persecutori), violenza sessuale aggravata e tentata violenza privata nei confronti dell’ex moglie, ma il giudice, accogliendo la tesi dei due difensori, lo ha condannato soltanto per lo stalking e assolto dai reati più gravi: violenza sessuale e violenza privata. In attesa delle motivazioni della sentenza, il tribunale ha concordato con i legali di Bifone sull’inattendibilità di molte ricostruzioni della persona offesa, anche alla luce della loro burrascosa separazione.

 

L’indagine

Bifone era stato arrestato due anni fa per questa vicenda al termine di un’indagine portata avanti dai carabinieri della stazione di Macerata Campania. Bifone (detenuto per altra causa a Lanciano, ndr), dopo la fine del matrimonio, aveva attuato, nei confronti della moglie e del nuovo compagno condotte reiterate di violenza e minaccia (anche di morte), cagionando nei due – secondo la Procura – un grave e perdurante stato di ansia e di angoscia anto da ingenerare il fondato timore per la loro incolumità, costringendoli di fatto a modificare le abitudini di vita e a trasferirsi in un altro Comune.

 

Bifone al fine di conoscere il nuovo domicilio della moglie e del compagno, secondo la Procura sammaritana, ha minacciato e usato violenza anche nei confronti della figlia e di un terzo soggetto, per ottenere le informazioni ricercate. Il 55enne è stato scagionato dalla violenza sessuale.